Olbia, Marino: “Lega Pro grande traguardo. Saremo una squadra di sardi”

Per l’Olbia è arrivata l’ufficialità del ripescaggio in Lega Pro, decretando così il ritorno di una squadra sarda tra i professionisti. Per i galluresi, invece, la terza serie mancava dal 1978. A essere soddisfatto più di tutti è, ovviamente, il presidente Alessandro Marino:

“E’ uscito il comunicato ufficiale, siamo stati ripescati in Lega Pro“. Parole ricche di soddisfazione quelle di Marino, che aggiunge: “E’ andato tutto come speravo. A volte le cose non riescono, ma stavolta ce l’abbiamo fatta. Ci sono stati imprevisti e situazioni difficili che mi aspettavo, ma le abbiamo superate. E’ stato sicuramente un progetto ben riuscito.”

Passata l’euforia iniziale è però giusto ripuntare il mirino sugli obiettivi reali: “Il progetto Olbia non è fatto di squadroni per vincere il campionato. Viviamo con un modello di business chiaro e preciso che può dare alla piazza la continuità. Bisogna cercare di capire quali sono i limiti di questo modello. Schiereremo tanti giovani e il nostro obiettivo è raggiungere una salvezza tranquilla. L’Olbia è dal 1978 che non va in terza serie e salvarsi in questa categoria sarebbe una grande cosa. Speriamo di farlo presto, così da poter dare minutaggio a tanti ragazzi che meritano.”

I galluresi si dimostrano virtuosi anche nel cercare di creare una squadra a forti tinte sarde. “Abbiamo un settore giovanile quasi completamente sardo, eccezion fatta per 2-3 elementi. Affronteremo campionati nazionali con tre rose di giovani sardi oltre quelli della prima squadra, non possiamo che gioire per questo tipo di situazione. Noi dobbiamo perseguire nel tempo quello che abbiamo sempre fatto e la città deve rispondere. Vorrei venissero tante persone allo stadio, vorrei vedere sempre grande attaccamento alla maglia anche nei momenti di difficoltà, mi piacerebbe che gli sponsor capissero l’importanza di questo traguardo e loro possono davvero aiutarci a migliorare. Io ho fatto il mio, spero che anche tutto il contorno ora ci dia una mano“.