Calcio, Alberto Cera: “Vi presento Mister Academy. Sul Cagliari e Max Canzi…”
Il calcio è una materia in continua evoluzione che vive profondi cambiamenti di tattiche, ruoli e idee anno dopo anno. Ne abbiamo parlato con Alberto Cera amministratore e co-fondatore con Luca Vaccargiu di Mister Academy, nonché possessore del patentino UEFA B, analista tattico professionista a Coverciano e allenatore (tra le sue stagioni spiccano quelle nel settore giovanile del Ghilarza dove due stagioni fa ha vinto il girone e raggiunto le finali regionali con il Ghilarza poi perse con il Latte Dolce, e quelle da vice di Andrea Pia nei giallorossi e di Pinna nel Guspini-Terralba).
Alberto, come nasce e cos’è Mister Academy?
“Dopo vari stage formativi in giro per l’Italia e all’Estero (Espanyol, Benfica, Arsenal e Panathianikos) ho deciso di fondare un progetto che dia la possibilità anche per chi risiede in Sardegna di conoscere e studiare il calcio. Con Luca Vaccargiu abbiamo così fondato Mister Academy iniziando con relatori come Mario Beretta, Max Canzi e Marco Calligaris ricevendo subito un grande quantitativo di adesioni. Abbiamo proseguito con altri incontri, poi con giornate studio agli allenamenti del settore giovanile del Cagliari dove abbiamo potuto relazionarci con allenatori come Suazo, Beretta, Canzi e altri componenti dello staff rossoblù. Abbiamo poi organizzato una giornata per soli portieri con Andrea Vadilonga e Alessandro Franco, recentemente sbarcato in Oman all’Al Oruba di Fabio Lopez. Poi con Massimo Lucchesi, editore di allenatore.net, siamo stati in grado di fare altri incontri dove ha partecipato tra gli altri anche Manuele Caciccia oggi vice di Nicola al Crotone”.
Qual è la giornata tipo di formazione del centro?
“La nostra giornata tipo prevede la scelta di un particolare aspetto del calcio con un relatore esperto che tratta l’argomento in maniera dettagliata. Tra i nostri progetti, a ottobre, c’è quello di fare fare un altro incontro con due nomi molto importanti tra gli allenatori sardi“.
Quale potrebbe essere il futuro prossimo del centro?
“Il sogno sarebbe quello di affiliarsi a una squadra importante, da sardo ovviamente mi piacerebbe fosse il Cagliari. Abbiamo discusso anche con l’Espanyol di questa possibilità, società con cui è nato un bel rapporto e per la quale svolgo l’attività di scouting in Sardegna. Nel prossimo anno comunque posso anticipare che arriveranno in Sardegna sia la squadra catalana che il Benifca“.
Qual è la situazione dei settori giovanili sardi?
“Ci sono parecchi giovani che potrebbero emergere, il problema non è il materiale umano ma l’istruzione e la formazione. Specialmente nei settori giovanili purtroppo non abbiamo persone molto preparate e che possono seguire corsi e tenersi aggiornati: Mister Academy vuole proprio fare questo, professionalizzare chi segue i giovani e gli staff in generale. Per esempio i giovani portieri raramente hanno una figura che si dedichi solo a loro per farli crescere in un ruolo così delicato”.
Tu che l’hai visto particolarmente da vicino, come vedi il settore giovanile del Cagliari?
“Max Canzi è una persona squisita e umile, un professionista che si è fatto da solo partendo dal basso. Il settore giovanile seleziona accuratamente i loro istruttori e i risultati si vedono, sia per la Primavera che per gli Allievi. Per noi sardi è motivo d’orgoglio e hanno avuto l’idea geniale di giocare le partite casalinghe in diversi campi dell’isola radicandosi nella gente“.
Concludendo, quale sarebbe il tuo sogno nel cassetto?
“Mi piacerebbe avere una mia scuola calcio, magari affiliata al Cagliari. Poi ovviamente quello di entrare in uno staff tecnico di una squadra di Serie A: sarebbe un sogno lavorare al fianco di Max Canzi, persona e professionista che stimo da sempre. Attualmente, attraverso alcuni contatti siamo riusciti ad inviare insieme ad Andrea Pia i nostri CV, ricevendo offerte dalla Cina, da Malta e dall’America che valuteremo attentamente. Recentemente ho avuto dei contatti con una squadra di promozione che tempo fa militava tra i semi-professionisti; vari problemi, sia economici che di natura tecnica, non ci hanno dato modo di chiudere l’accordo“.
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