Serie D – Hervatin: “Il Lanusei mi ha colpito, porto fame ed esperienze importanti”

Il tecnico ex giocatore Parma, Gianluca Hervatin

Il tecnico ex giocatore del Parma, Gianluca Hervatin

A Lanusei è iniziata ufficialemente ieri l’era Hervatin. Si respira un’aria diversa: staff rinnovato e rosa che, tra volti nuovi e vecchie conoscenze, dopo la scrematura affronterà il campionato di Serie D. Si tratta della seconda esperienza per la società ogliastrina guidata dal presidente Daniele Arras.

Il caldo soffocante della prima giornata di allenamenti non è bastato a frenare gli entusiasmi del folto gruppo di giocatori e della dirigenza al gran completo presente al Lixius di Lanusei.

LA NUOVA ROSA. Alessandro Aloia, attaccante classe ’96, che attende il ripescaggio dell’Olbia per l’ufficialità del passaggio, assieme a Christopher Camilli (ex primavera del Cagliari), Fabrizio Franca e Nicola Atzori sono gli ultimi arrivati in casa Lanusei. Il mercato sembrerebbe chiuso e c’è da sfoltire una rosa sostanziosa. Fausto Pistis, Federico Caredda, Giuseppe Arras e Luca Cotza, oltre ai numerosi ragazzi che arrivano dalla juniores come Marco Usai, sono gli under lanuseini della squadra. Il riconfermato portiere Matteo Spanedda, Mirko Loi e Simone Contu (entrambi ex Cagliari), Mario Falchi e Brayan dos Santos completano il parco dei fuoriquota. Le altre novità sono il brasiliano Felipe Ianni Basilio, Matteo Trini, Stefano Sini e Samuele Curreli (andato via da Lanusei lo scorso dicembre). Riconfermati e fortemente voluti dal nuovo mister Mattia Floris, Mirko Delrio, Pietro Ladu, Antonio Cocco e il capitano Mario Masia. “Assieme alla società abbiamo deciso di riconfermare i giocatori che già conoscevo – spiega il tecnico Gianluca Hervatin – I ‘vecchi’ devono essere delle garanzie e ritengo che nel loro caso sia così”. Tra i cambiamenti importanti, oltre al portoghese dei brasiliani che ha scalzato lo spagnolo degli argentini e al nuovo allenatore, c’è uno staff rinnovato composto dal vice Mario Branca, dal preparatore dei portieri Alberto Marci e dalla fisioterapista Valeria Piras.

I giocatori del Lanusei si apprestano ad iniziare l'esercizio

I giocatori del Lanusei impegnati con la preparazione

PROPOSTA GIUSTA. Tra corse, palleggi e stop a seguire, esercizi fisici specifici e percorsi a ostacoli con la palla, nulla è lasciato al caso ed è evidente la cura dei dettagli, a partire dai fondamentali di base. “Questi sono i primi giorni di preparazione in cui si cerca di curare la tecnica individuale e di inserire la palla il più possibile. Ci stiamo conoscendo, sarà necessaria una scrematura perché siamo troppi, ma sono soddisfatto. Mi mancava tanto allenare, il calcio è la mia vita, stavo solo aspettando una proposta e quella dei dirigenti del Lanusei, che mi hanno colpito positivamente da subito, è arrivata. Non si può rifiutare la chiamata di una società che milita nel massimo campionato dilettantistico”.

SCUOLA NEVIO SCALA. Uno dei talenti più cristallini del calcio sardo – che ha dovuto arrendersi troppo presto ai guai fisici – ha bisogno di ben poche presentazioni. Ha lo sport nel DNA e nelle sue vene il sangue sardo-turritano si mescola con quello dell’est Europa. E siccome buon sangue non mente, la sua è una famiglia di sportivi che si è espressa in varie discipline (dalla boxe al basket) riuscendo ad eccellere in tutte. Hervatin, cresciuto nel Tempio, nel ’92 visse il sogno della Serie A con il Parma allenato da Nevio Scala, che stravedeva per lui. Non nasconde l’entusiasmo parlando del suo ex allenatore, attualmente presidente del Parma: “Siamo ancora in contatto, ci siamo visti tre anni fa in occasione dei festeggiamenti a vent’anni dalla magica notte di Wembley (lì dove il Parma vinse la Coppa delle Coppe battendo l’Anversa 3-1, il 12 maggio 1993, ndr) ai quali parteciparono gli ex giocatori del Parma che vinsero la coppa. In seguito mi fece un grande regalo perché durante i festeggiamenti mia moglie era incinta e lui mi chiamò per gli auguri dopo la nascita di mia figlia. Squillò il telefono, il numero non lo conoscevo, sentii ‘Sono Nevio’ e io incredulo risposi che lo avrei raccontato a tutti i miei amici. È una cosa che mi fece immensamente piacere. Ma non basta, perché un anno e mezzo dopo mi fece gli auguri per la mia secondogenita, stupendomi ancora di più. Solo l’idea che abbia preso il telefono e avuto un pensiero simile è qualcosa di incredibile”.

PARMA E IL PROFESSIONISMO. Non solo l’ex mister, Hervatin al “Tardini” ha rivisto tutti i vecchi compagni. “La cosa bella – racconta – è che sembrava non ci fossimo mai lasciati, nonostante molti fossero vecchietti con la pancia. Sì, anche io vecchietto ma sempre più giovane di loro, eravamo insieme, a ridere e scherzare come se avessimo finito l’allenamento due ore prima”. Hervatin ha tenuto i contatti soprattutto con il portiere Marco Ballotta, ma non solo: “Si tratta di amicizie che non coltivi quotidianamente ma che quando ci si incontra mantengono intatto il loro valore. Adesso che sto allenando qui – aggiunge – ho fatto qualche chiacchierata  con ex colleghi del Parma per valutare alcuni giocatori”.

Un momento dell'allenamento mattutino

Un momento dell’allenamento mattutino

Difficile non parlare con lui della sua esperienza in Serie A. Giocare nella massima categoria del calcio italiano non può che lasciare un’eredità positiva. L’esperienza nel professionismo consentirà al Lanusei una crescita anche a livello organizzativo: “Io mi porto dietro tutta la professionalità e il professionismo che ho potuto toccare con mano – conferma il tecnico -, perché quello si è radicato e rimane il mio modo di vivere e pensare il calcio che nessuno potrà mai cambiare. Attingo molto dalla mia esperienza di giocatore nel costruire una squadra e nel dare consigli alle società. Cerco di prendere come esempio quello che ho vissuto e, con i dovuti distinguo, ritengo che si possano raggiungere standard alti in qualsiasi categoria. La società sta lavorando sodo per questo”.

Insomma, c’è una società che vuole migliorarsi, che ha scelto un tecnico con un bagaglio di esperienze enorme, che crede nei giovani e nel lavoro duro che prima o poi darà i frutti sperati. “Spesso i risultati non sono l’unica cosa che conta (e lo sa bene lui dopo l’esonero da terzo in classifica con il Porto Torres, ndr) i criteri di scelta di un allenatore non derivano da ciò che si è fatto. Io invece credo ancora che la panchina vada meritata”.

 

 

dalla nostra inviata Roberta Marongiu

 

 

 

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