Fossati saluta Cagliari: “Rispetto le scelte del club”
Addio al Cagliari dove era approdato un anno fa, benvenuto dall’Hellas Verona, che lo accoglie in mezzo al campo per cercare il pronto ritorno in Serie A. Marco Ezio Fossati chiude dopo soli 12 mesi l’esperienza in Sardegna e riparte dal “Marc’Antonio Bentegodi”, in prestito con obbligo di riscatto da parte dei gialloblù in caso di promozione. Il portiere brasiliano Rafael fa il viaggio opposto. “Fa piacere che un grande club come l’Hellas voglia ripartire da me – dice Fossati a SardegnaSport.com – è una società ambiziosa e vado a caccia di un traguardo che in Sardegna ho imparato non essere per nulla facile da raggiungere”.
Che anno è stato quello vissuto nell’isola?
Indimenticabile, per la prima volta da quando gioco a calcio ho ottenuto la promozione in Serie A. Direi che è stata una delle stagioni più belle della mia carriera, vincere da favoriti non è mai facile, mi porto dietro tante emozioni forti.
Per esempio?
Ne dico tre: il fischio finale di Bari-Cagliari (gara della promozione matematica), quello di Vercelli (ultima di campionato) e il momento in cui abbiamo alzato la coppa al Sant’Elia.
E’ stato anche l’anno del Fossati mezzala ad alti livelli. Come ti sei visto?
Direi bene, è un ruolo che ho ricoperto da giovane a inizio carriera, mi piace giocare più defilato perché riesco ad inserirmi e fare qualche gol. Col doppio regista abbiamo trovato la quadratura, e come sempre la cosa che conta è giocare, non importa in quale posizione.
Emozioni ma anche un po’ di amarezza, giusto?
Quella di aver fatto un solo gol. So di essere un calciatore che può andare in verticale, che può cercare la conclusione, purtroppo non era l’annata giusta da quel punto di vista.
Verso primavera un calo vistoso tuo e della squadra, come mai?
E’ vero, dopo la gara interna col Pescara abbiamo avuto un calo di rendimento, sotto tutti i profili, non abbiamo pagato dazio, tenendo duro e portando alla fine la squadra dove ci eravamo prefissati. Sicuramente quello è stato il momento più difficile dell’anno.
Quanto dispiacere c’è per non potersi finalmente giocare una chance in Serie A, dopo averla conquistata sul campo?
Inutile negarlo, un po’ dispiace, perché me l’ero guadagnata con 36 presenze e dando il mio contributo. Evidentemente devo lottare ancora, meritarmela e migliorare. Non penso che questo cambio di maglia sia un passo indietro o un tornare al punto di partenza, si tratta di una nuova, bella sfida.
La comunicazione del Cagliari è arrivata mentre eri in vacanza, ci sei rimasto male nel non poter provare a far cambiare loro idea, magari nei primi giorni di ritiro?
Sono scelte della società, ogni club ha i suoi addetti al mercato e alla costruzione della squadra. Il direttore opera come meglio crede e rispetto ogni decisione, non voglio fare polemica per questo.
Colombatto, Deiola e Barella: tre giovani di casa Cagliari che possono arrivare dove?
Non sta a me dirlo, ma devo dire che tutti mi hanno impressionato. Colombatto ha personalità, tecnica e qualità. Deiola lo ho apprezzato da morire per la fame con cui si è allenato, è cresciuto molto e a fine stagione si è ripreso il posto da titolare. Barella è un ragazzo di grande prospettiva, in generale il Cagliari ha giovani interessanti e lavora bene anche per il futuro.
Cosa hai messo in valigia?
Intanto ringrazio i tifosi, a loro rivolgo un saluto speciale per il sostegno e l’ottima accoglienza. Lasciare Cagliari è un dispiacere grande, porterò la gente e questo ambiente nel cuore”.
Fabio Frongia
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