Tommaso Giulini a 360 gradi sul momento del Cagliari
Si avvicina l’inizio della nuova stagione, la terza da presidente del Cagliari, per un Tommaso Giulini curioso e carico più che mai, voglioso di azzannare quella Serie A che gli fu indigesta al debutto.
“Abbiamo ricreato l’entusiasmo che la retrocessione aveva fatto venire meno – dice in un’intervista a La Nuova Sardegna – Abbiamo lavorato per riprenderci quello che avevamo appena perso, con un progetto mirato, curato in ogni dettaglio”.
Un anno fa si ripartiva con l’amarezza nel cuore, oggi con umore opposto. “Sono stati giorni tristi, difficili, complicati. Per fortuna ho una bella famiglia, è stata un rifugio. Mi ha dato la forza e il coraggio di ricominciare. E stato importante prendere subito Capozucca al quale ho affidato una missione: costruire una squadra per tornare subito in A. Scelto l’allenatore, abbiamo pensato ai giocatori”.
L’inizio dell’estate aveva visto la sterile polemica sulle parole di Massimo Rastelli (“Mi piacerebbe allenare una big o il Napoli”, disse ad una tv campana), Giulini dice la sua: “E’ un vincente, avere aspirazioni è legittimo – afferma – Come tifoso un po’ mi ha dato fastidio, ma non facciamo ragionamenti strumentali”, precisa subito.
La panchina di Rastelli non è sempre stata salda, anzi. La crisi primaverile aveva portato la società a valutare alternative, Gasperini e Ventura (“Un amico di mio fratello Paolo, lo stimo e si merita la Nazionale”) erano tra queste, con uno spogliatoio in fibrillazione e Rastelli in difficoltà. Poi la vittoria scaccia paure di Bari e il rilancio del progetto-Rastelli. “Al termine della stagione ci siamo confrontati – racconta Giulini – Dovevamo capire se ci eravamo trovati bene insieme, se condividevamo sempre gli stessi obiettivi. Abbiamo deciso di andare avanti con un entusiasmo ancora maggiore. Abbiamo sempre avuto la stessa linea di pensiero. Capozucca ha tanta esperienza, con lui c’è un dialogo continuo. Può capitare di vedere le cose in modo diverso (è stato il caso della scelta del tecnico, con Capozucca che spingeva per Gasperini ndr) ma è bello confrontarsi con chi conosce benissimo questo mondo e può aiutare un presidente giovane come me”.
Non mancano le lodi ai tifosi (“Ci sono stati vicini sempre, a 360 gradi, mi ha dato carica enorme saperli al nostro fianco”) e lo sguardo alla prossima Serie A: “Dobbiamo tenere i piedi per terra – avvisa il patron – Con Bruno Alves e Storari abbiamo acquisito grande personalità, il primo vuole chiudere la carriera da leader e voleva fare l’esperienza in Italia, mi ha detto che ha ancora voglia di combattere, ci siamo stretti la mano ed è bastato questo. Altri colpi? Stiamo vigili, possono sempre esserci sviluppi e sorprese”.
Bollate come “invenzioni” le voci su big da fantacalcio vicini al Cagliari, si pensa anche allo stadio: “Ci auguriamo che i tempi siano rispettati, credo che questo sarà l’ultimo campionato che disputeremo al Sant’Elia. Stadio provvisorio? Noi vogliamo restare in città e gli spazi per realizzare uno stadio temporaneo che possa ospitarci per il periodo necessario ci sono tutti. Spero che nell’anno del centenario venga aperta la nuova casa del Cagliari. Abbiamo tanti progetti ma tutto passa per il nuovo stadio, è un passo fondamentale”, la chiosa sulle pagine de La Nuova Sardegna oggi in edicola.
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