Cabeccia: “Torres, non meriti questo! Ho vissuto cose…”
E’ stato il primo capitano della Torres targata Domenico Capitani. Estate 2013, i rossoblù appena tornati in Lega Pro si presentano ai nastri di partenza della allora Seconda divisione con pochissimi sardi, lo smantellamento che fa mugugnare una piazza fresca di estasi da promozione (con tanti calciatori isolani) e un futuro che purtroppo non smentirà gli scettici. Marco Cabeccia, sassarese, torresino di ritorno, finirà presto nel tritacarne che vuole maggiormente bistrattati gli “enfant du pays”.
“Ho seguito un po’ da lontano le ultime vicende della Torres – afferma con un pizzico di malinconia, ospite della Ossi Cup 2016 per il Galà del calcio sardo – Ho tanti amici a Sassari e nella Torres, come mister Marco Sanna, Gigi Scotto e capitan Giacomo Demartis. Purtroppo l’epilogo della loro stagione non è stata fortunata”.
Per Cabeccia, da capitano della Torres, poche soddisfazioni e tante critiche anche per qualche scelta dettata dalla scarsa fiducia in Capitani. “Ho vissuto in prima persona quello che vuol dire un certo tipo di gestione che a Sassari si osserva dal 2013 – continua Cabeccia – Molte cose si possono dire, altrettante non è possibile raccontarle, dico solo che mi spiace per questi colori che non meritano di essere tanto bistrattati”.
Anni di distanza, forse si può dire che ascoltare Cabeccia non sarebbe stato sbagliato… “Capisco che un calciatore non possa avere lo stesso potere di una dirigenza, io andavo contro alcune persone ma ho sempre cercato di dare il meglio per la Torres, dove ho vissuto 10 anni della mia vita e alla quale tengo tantissimo. La città, la gente e questa maglia meritano ben altro”.
Cosa riserverà il futuro per Marco Cabeccia? “Ho chiuso la mia esperienza a Savona, adesso è un periodo di attesa, valutazioni e scelte. Viviamo con la valigia in mano. Tornare in Sardegna? Chissà, al momento è impossibile sbilanciarsi su qualsiasi soluzione”.
Fiorenzo Pala
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