… Francesco Loi: “Grazie Lanusei, ecco perché ci salutiamo”

Francesco Loi e Marcello Angheleddu, entrambi salutano Lanusei

Francesco Loi e Marcello Angheleddu, entrambi salutano Lanusei

La prima salvezza in Serie D (alla prima partecipazione), una stagione dai due volti ma alla fine della fiera (leggi risultato ottenuto) positiva, sicuramente intensa. Si parla di Lanusei e del suo nocchiero degli ultimi 5 anni, quel Francesco Loi che ha appena salutato la compagnia di concerto con la società. Diversità di vedute, obiettivi e modi di raggiungerli che non collimavano, stretta di mano e via per strade differenti. “Sono stato onesto con loro, e viceversa, il rapporto è ottimo e il ricordo di quanto fatto rimane, è giusto che ognuno faccia le sue scelte”, afferma l’allenatore che ora è pronto a sposare un nuovo progetto.




Mister, dove la rivedremo? 

Non conta assolutamente la categoria, il mio modo di fare calcio è dedito al divertimento mio e di chi guarda la squadra, dell’ambiente dove opero, sia esso in Serie D o in Seconda Categoria. 

Però dopo aver conquistato la Serie D e aver dimostrato di poterci stare…

Il calcio non è la mia professione, ma lo faccio con grande professionalità e attenzione ai dettagli, per questo la cosa importante è trovare un progetto dove tutte le componenti siano in sintonia per costruire qualcosa di importante, come fatto a Lanusei. 

Lanusei, appunto: stagione storica, ma anche segnata da qualche spigolo. Che bilancio trae?

Più che positivo, perché parliamo e parlavamo un anno fa di una realtà piccola, di dilettantismo puro che per la prima volta si confrontava col semifprofessionismo. C’erano molte incognite, la squadra era formata per il 90% da sardi, solo 2 elementi conoscevano la Serie D, in questo contesto ottenere la salvezza è stata una vera impresa, quella che tutti sognavamo e per la quale abbiamo lavorato duramente.

Non sono mancate le critiche: qualcosa l’ha ferita particolarmente?

Credo di essere molto equilibrato, ho sempre buttato acqua sul fuoco e detto che ci saremmo salvati in volata. Siamo partiti che quasi tutti ci davano spacciati senza passare neanche dai playout, allenandoci di sera e quattro volte alla settimana, facendo una preparazione leggera per partire forte e consci che non avevamo vinto l’Eccellenza, quindi non avevamo neanche quella patente di squadra attrezzata senza ‘se’ e senza ‘ma’. Un dato su tutti: perdemmo la prima partita stagionale a fine novembre, direi che non è una cosa banale.

Sembravate in apnea, poi un bel finale e la festa. Cosa è stato decisivo? 

Ci siamo compattati, abbiamo fatto quadrato e da gennaio abbiamo optato per un silenzio stampa che ha aiutato. Ho lavorato con un gruppo straordinario, che hanno lavorato con me e per me con orgoglio. Il merito va ai giocatori, loro scendono in campo e decidono le sorti di chi fa calcio, nel bene e nel male.

 

Torniamo alle critiche: non è che qualcuno aveva fatto la “bocca buona” dopo un grande avvio?

Io dico che il tifoso può permettersi di vivere e giudicare in base alle sensazioni e ai sentimenti, perché vede solo la partita alla domenica e non il lavoro quotidiano. Non capisco certe osservazioni da chi conosce la realtà di Lanusei, che ho spiegato prima. A dicembre ci siamo indeboliti, abbiamo dovuto ripartire daccapo, e non è mai facile. Ci sono fattori da tenere bene a mente, siamo rimasti compatti e grazie a questo ci siamo salvati dopo uno spareggio che non era semplice, al cospetto di un Castiadas di ottimo livello da dicembre in avanti. 




 

Perché lasciarsi dopo 5 stagioni in crescendo?

Io lavoro sempre sul gruppo che ho a disposizione, ripartendo da una base che ritengo giusta e da migliorare, innestando elementi che penso rispecchino la mia idea di calcio e si sposino con il contesto in cui opero. Trovare figure che stiano bene a Lanusei non è facile, non è la stessa cosa di costruire una squadra a Sassari, Olbia o Nuoro. Lanusei è un paese con particolarità nella vita quotidiana dei calciatori, convincerli a venire, allenarsi alla sera, sposare un progetto di una realtà che fino al 2015 non aveva un nome a livello nazionale non è roba da poco. La società ha fatto altre scelte e le rispetto.

Ci spieghi, non era possibile migliorare con Loi?

 

Personalmente volevo ripartire da un gruppo già abituato e rodato. Se la società, come ha fatto, mi chiede di avviare un progetto nuovo, penso sia meglio per tutti farlo con una nuova guida tecnica. In pochi sono rimasti 4-5 anni consecutivi su una panchina in Sardegna. Io avrei fatto un altro anno a Lanusei, la società ha scelto un’altra strada e con serenità ne ho preso atto, nel massimo rispetto di quello che è il volere del club. Non dimentichiamo che il ruolo della società è primario e prioritario, tutte le altre componenti sono funzione di questo, che indica la rotta. 

Che strada sta prendendo il Lanusei?

Si alleneranno al pomeriggio, con doppie sedute e 5 allenamenti settimanali, eliminando quei problemi da molti rilevati quest’anno. Significa che non si potrà più andare a sfidare società di rango con la scusante di un lavoro inadeguato durante la settimana. La società ha pensato che questo cambio pagherà, io la penso diversamente ma ciò non conta nulla. 

Sta mettendo un po’ di pressione al Lanusei e al suo successore…

Assolutamente no. Ogni allenatore ha qualità proprie, sono poi i risultati e il campo a dire chi è meglio o chi ha fatto meglio. Il lavoro di Loi ha dato un certo tipo di risultati, vedremo cosa accadrà in futuro. Il Lanusei punta a un campionato più tranquillo, a una salvezza tranquilla o magari qualcosa in più. La società comanda, contano le sue idee e le sue scelte, il resto viene dopo e in funzione del progetto.

 

Che messaggio rivolge all’ambiente Lanusei?

Ho grande rispetto per la società e per la gente, non ho condiviso il progetto e per onestà intellettuale non me la sono sentita di accettare. Si è creata una grande amicizia coi dirigenti, non volevo dire bugie di fronte alle loro idee: loro, con onestà, hanno esposto il progetto, io con onestà ho affermato che non credevo in questo. Auguro di cuore il meglio al Lanusei, quando passeggio per le strade di Lanusei sto benissimo, consapevole di avere dato e ricevuto tanto. In questi anni abbiamo riempito le tribune, vinto tanto, ci siamo divertiti”.

Fabio Frongia

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