Fisico, potenziale e discontinuità: Dinamo, ecco Johnson-Odom
L’uscita dalla Marquette University, la 55esima scelta al Draft NBA da parte dei Dallas Mavericks e la cessione ai Los Angeles Lakers. Quindi il girovagare tra D-League, Russia (San Pietroburgo), CBA (coi Sichuan B. Whales) e lo sbarco in Europa. Bene a Cantù, poi Trazbonspor e l’ultima stagione all’Olympiacos, con i tifosi della Dinamo Sassari ad augurarsi che il futuro di Darius Johnson-Odom dpossa essere migliore rispetto all’esperienza di Brent Petway, anche lui arrivato in Sardegna dopo magre con la maglia dei biancorossi greci di Atene.
Ma che giocatore è Johnson-Odom e cosa potrà dare alla causa biancoblù? Trattasi di giocatore molto fisico, con grande esplosività nelle gambe unita a potenza e capacità di tenere botta anche con la parte superiore del corpo. 187 centimetri per 90 chilogrammi a certificare quanto detto, e qualità di tiratore e penetratore provate dall’esperienza. Tiratore da tre non clamoroso ma dignitoso (viaggia intorno al 35% dall’arco), è nell’uno contro uno e nella volontà-capacità di andare fino al ferro che dà il meglio di sé, iscrivendosi alla casella di classica combo guard.
Tipologia di gioco, quella dell’ex Cantù, che lo porta a subire diversi falli, ma ai liberi non eccelle. Giocatore di istinto, ama avere la palla tra le mani per creare situazioni offensive per sé e i compagni, battendo l’avversario e scaricando o, come detto prima, chiudendo mettendosi in proprio. Non essendo un play puro, non ha nel suo carniere letture da scienziato, ma se riesce a far prevalere il suo strapotere fisico può aprire spazi e trovare linee di passaggio redditizie, qualora la difesa collassasse su di lui. Giocatore di personalità, talvolta portato a forzare eccessivamente, ha quell’elettricità e atletismo che sono fattori da sempre propri della Dinamo Sassari in Serie A, visti a corrente alternata nell’ultima, opaca stagione.
Pasquini e Sardara lo hanno scelto come secondo rinforzo estivo, dopo Savanovic nello spot di ala piccola, consci che debba limitare le palle perse (quasi 3 a partita in 31′ di impiego nell’altra esperienza italiana) e che potrà giocare da “2” in determinati situazioni, come quelle in cui si giocherà con un quintetto molto piccolo.
Alberto Meloni
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