Cagliari, Bruno Alves mossa per digrignare i denti

Bruno Alves

Bruno Alves

Sotto le foglie, ma in maniera decisa e concreta. Il Cagliari, come già fatto un anno fa (si ricordino modalità e peso degli arrivi di Di Gennaro e Munari), piazza subito un acquisto a sorpresa e di spessore per innescare il suo calciomercato. Lo fa con Bruno Alves, 35 anni a novembre, centrale difensivo portoghese con un curriculum di respiro internazionale. Salvo rivoluzioni, i rossoblù sistemano così la batteria di difensori centrali, aggiungendo l’ex Porto, Fenerbahce e Zenit ai confermati Salamon, Ceppitelli e Capuano.




Pronti-via, acquisita la Serie A, il Cagliari era andato subito a caccia di un centrale di esperienza: Burdisso, Mexes e appunto Bruno Alves i nomi sul taccuino, ma è sul lusitano che le energie si erano concentrate immediatamente. Contatto, sopralluogo di famigliari ed entourage in città per questioni ambientali e logistiche, riflessione e il blitz nello scorso weekend: affare da 1,5 milioni in due anni per il calciatore, con opzione per un terzo anno di contratto.

Curriculum alla mano, immagini davanti agli occhi, è difficile non affermare che il Cagliari abbia pescato bene, ovviamente in attesa della prova del campo. Fisico e carisma (Spalletti, ai tempi dello Zenit, doveva talvolta escluderlo dall’allenamento per l’eccessiva foga in partitella), esperienza, piede e voglia di cimentarsi col calcio italiano: Giulini e Capozucca puntano su queste doti per piazzare il primo tassello di un Cagliari che dovrà affrontare la massima serie con piccoli ma decisi inserimenti nel gruppo amalgamato dallo zoccolo duro.

Ringraziamenti ironici dai tifosi turchi

Ringraziamenti ironici dai tifosi turchi

PROBLEMA “MACELLAIO”. I video dei suoi interventi rudi (eufemismo), dei faccia a faccia con colleghi-avversari e dei cartellini rossi presi parlano chiaro: Bruno Alves non disdegna il gioco duro. Una cosa buona se questa rimarrà alla casella “sano agonismo per blindare il Cagliari”, molto meno se dovesse far pagare dazio in fatto di serenità del gruppo e sanzioni disciplinari. Intanto i tifosi del Fenerbahce, appena divorziati da Bruno Alves, ringraziano ironicamente il Cagliari: “Grazie per averci portato via il macellaio”, si legge nei tweet dei tifosi gialloblù di Istanbul, forieri anche di un eloquente: “Grazie, lui non è un calciatore”. Chi avrà avuto ragione?




PRO. Ci si spaventava per l’esborso economico del club per un giocatore classe 1981, ma i dati parlano di stipendio in linea con un budget necessariamente da sollevare per la campagna acquisti al piano di sopra rispetto al 2015. Bruno Alves garantisce personalità e vissuto ad alto livello: il Cagliari è una squadra giovane, i centrali difensivi sono quasi a secco di esperienza in Serie A (Salamon non ci ha praticamente mai giocato, Ceppitelli e Capuano vi hanno fatto rispettivamente una e due stagioni, sempre retrocessi). Il nuovo arrivato può fungere anche da regista basso, alla Bonucci o come fatto da Salamon nell’ultimo campionato, viste alcune aperture dalle retrovie eseguite nell’ultima amichevole contro l’Inghilterra a Wembley. Il fatto di parlare la stessa lingua di due “senatori” come Joao Pedro e Diego Farias faciliterà l’ambientamento ad Asseminello.

tweet bruno alves

CONTRO. A bocce ferme, prima di vederlo all’opera dal punto di vista tecnico e atletico, i lati negativi dell’operazione possono essere individuati nell’età non più verde. Un fattore che però viene smorzato dal dato empirico, che in un campionato sempre più al ribasso dal punto di vista tecnico parla di “vecchietti” protagonisti e anzi decisivi (dai Barzagli ai Buffon, dai Maccarone agli appena ritirati Toni e Di Natale). Champions League a parte, ha giocato in tornei (portoghese, turco e russo) molto diversi da quello italiano. L’incognita principale (e forse unica) riguarda la mentalità con cui Bruno Alves si calerà nella realtà cagliaritana: se arriverà con voglia di mettersi a disposizione del gruppo, di aiutare i giovani e trascinarli, di divertirsi e mostrare di essere ancora un giocatore di alto livello, potrà essere quello che furono Rafa Marquez per l’Hellas e Mario Yepes per Chievo e Atalanta, altrimenti si avvicinerà al Costinha che sempre in terra orobica fu meteora buona solo per svernare in altura.

CAPOZUCCA SICURO. “Ci servivano il suo carisma e la sua esperienza”, afferma il diesse rossoblù all’Unione Sarda, chiudendo a Valdifiori (che piace a Rastelli, che vorrebbe altro rispetto a Di Gennaro, il quale però per Giulini e Capozucca è “straconfermato”) e confermando l’avvenire rossoblù di Barella e Cragno. L’uomo-mercato, chiuso il capitolo Alves, si concentrerà ora sulle uscite (Krajnc, Fossati e forse Balzano e Cragno) e sui nuovi innesti (sicuri: due a centrocampo, con il venezuelano Rincon in pole position, uno in attacco per completare il reparto, un terzino sinistro), mentre l’intenzione è quella di tenere in rosa Deiola (inizierà sicuramente la preparazione coi sardi) e rimanere alla finestra come impone il calciomercato.

Fabio Frongia

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