Serie D – Sardegna a caccia del professionismo: come, quando e chi?
E’ il momento della verità. A 90’ dal termine di un campionato di Serie D bello e avvincente, tre squadre sarde sono in lizza per guadagnare l’accesso ai playoff: Torres, Olbia e Arzachena. Tutte a caccia di un risultato, l’approdo alla post season (incontri fissati al 15 e al 22 di maggio), che, con la decisione di allargare da 54 a 60 le partecipanti al campionato di Lega Pro deliberata dal Consiglio Federale lo scorso 25 aprile, si rinnova nella formula e apre interessanti e stimolanti scenari anche per il movimento calcistico isolano.
LEGA PRO ALLARGATA. E’ ormai certo, infatti, che il presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina, per il completamento dei tre gironi della Serie C (potrebbe tornare a chiamarsi così) unica, andrà a ripescare un buon numero di società dalla quarta serie. Saranno 6 i posti sicuramente a disposizione, 4 (si dice) quelli riservati alle società dilettantistiche che si saranno scontrate nelle fasi finali dei nove gironi. Formula dunque più snella, che abbatte i costi e abolisce i premi per le società e che ha come unica finalità quella di stabilire un ranking dalla quale la Serie C possa attingere in maniera quanto più oggettiva possibile. Sarà dunque battaglia, dentro e fuori dal campo, alla quale rischia di partecipare per la sola gloria la Torres. I rossoblù, mancata la promozione diretta, si vedranno negati l’eventuale diritto, qualora la futura griglia valutativa non dovesse subire variazioni rispetto a quella impostata nelle ultime stagioni.
LA POSIZIONE DELLA TORRES. Come recita infatti il C.U. 327/A del 30 giugno 2015, “le società ripescate una sola volta nelle ultime cinque stagioni sportive in qualsiasi Campionato saranno computate ai fini della redazione della classifica finale ma, fatto salvo quanto si dirà in appresso per la eventuale seconda fase di ripescaggio, saranno escluse dalla prima fase di ripescaggio, ove lo stesso comporti la partecipazione al Campionato della medesima categoria, in cui sono state ripescate nelle ultime cinque stagioni”. Retrocessione in graduatoria alla quale si deve aggiungere il ben più netto ostacolo imposto dalla macchia dell’illecito sportivo che ha sporcato passato, presente e futuro della Torres: “Le società che hanno subito sanzioni per illecito sportivo e/o per violazione del divieto di scommesse […] saranno in ogni caso escluse dal ripescaggio”.
I CRITERI. Norme esclusive che gravano come macigni sul futuro dei sassaresi. Ma quali saranno i criteri di ripescaggio? Si dovranno attendere probabilmente i summit di metà mese per capire attorno a quali parametri certi le società dovranno misurarsi per dedurre le chance di essere elevate di categoria. Al momento, al netto della questione relativa alle risorse economiche necessarie per sostenere il salto, le ipotesi fanno perno sui tre criteri che negli ultimi anni hanno fatto da discrimine: al 50% incideranno i risultati sul campo, mentre la tradizione sportiva (punto di forza per l’Olbia, di debolezza per l’Arzachena) e la media degli spettatori nelle ultime cinque stagioni incideranno per il restante 50%.
GRADUATORIE E TASSE. Il merito stagionale, dunque, determinerà nell’immediato la graduatoria delle ripescabili. Le vincenti delle nove finali playoff saranno ordinate secondo il quoziente (punti totalizzati diviso il numero delle partite giocate) ottenuto in campionato e, a partire da questa prima classifica (a cui seguirà, ove necessario, una seconda includente finalista perdente e semifinaliste), inizieranno le “chiame” alle quali si dovrà rispondere presentando da subito le ben più consistenti garanzie infrastrutturali (l’impianto di gioco dovrà sostanzialmente ottemperare ai paletti delle licenze nazionali già al momento dell’inoltro della richiesta) ed economico-legali. Una somma complessiva che, tra tassa d’iscrizione, fideiussione e fondo perduto, dovrebbe aggirarsi attorno ai 600 mila euro.
LE AMBIZIONI DELLE SARDE. Non proprio noccioline, insomma. Tra la Sardegna e la Lega Pro ci sono comunque ancora punti da conquistare e sfide secche da vincere, prima di fare i conti con quelle spese e quegli interventi che in passato hanno tarpato le ali a tanti tifosi d’Italia. Sognare, però, non costa niente. E se l’Arzachena ha (sinora) dichiarato di voler andare avanti per superare i propri record e di non ambire al professionismo nell’immediato, diverso è il discorso per l’Olbia che, alimentata dall’ambizioso progetto imperniato su Cagliari, ha già pubblicamente manifestato volontà e necessità di fare il salto. La scorsa estate i bianchi declinarono l’invito pervenuto dalla Lega perché impossibilitati a versare la fideiussione richiesta. Quest’anno, dovesse ripresentarsi l’opportunità, la società di Marino non intende farsi trovare impreparata.
Con la Torres purtroppo fuori dai giochi, in Sardegna aumentano sempre più la voglia e la fame di professionismo, e l’auspicio è che l’estate 2016 possa portare in dote, al pallone sardo, una Gallura che con Olbia e Arzachena vuole tornare protagonista dopo anni di anonimato.
Fabio Frongia
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