Dinamo e socie nei ranghi, epilogo di una vicenda FIBA-Euroleague stucchevole
Alla fine è passo indietro. La Dinamo Sassari, con Pallacanestro Reggiana e Aquila Trento, si allinea al diktat di FIBA e FIP. Se il presidente del CONI, Giovanni Malagò ha parlato di “buon senso che prevale”, ratificando un epilogo che al momento sconfigge Euroleague e i club (i tre di cui sopra) che a essa si erano affiliati, è impossibile non rilevare come la vicenda abbia da tempo assunto contorni imbarazzanti, sportivamente e politicamente.
Ad oggi, quindi, la Dinamo Sassari non disputerà la prossima Eurocup, come avrebbe fatto fino al 2019 secondo nuova licenza firmata un mese fa. Ha ceduto al pesante ricatto di federazioni italiana e internazionale. Per il bene della Nazionale, ha detto qualcuno, per paura di essere esclusa dal campionato, ha sentenziato qualcun’altro. La sostanza è che – anche se ulteriori evoluzioni non sono da escludere, a medio-lungo termine -, si compie un’ingiustizia, più per il fatto che a pagare sono tre realtà che poco potevano fare per difendersi, che non per questioni giuridiche, le quali saranno affrontate nelle sedi competenti.
Sassari, Reggio Emilia e Trento perdono la battaglia tra Patrick Baumann (FIBA) e Jordi Bertomeu (Euroleague), i quali sicuramente potevano fare di più per trovare quantomeno una soluzione di “buon senso”. Una ragionevolezza auspicata dallo stesso patron della Dinamo, Stefano Sardara, domenica scorsa, lasciando aperto ogni scenario ma facendo comunque intendere che si fosse vicini ad un ritorno nei ranghi, a denti stretti. Diversi hanno ragionato sul fatto che si potesse tenere il muro contro muro, perché “tanto non sarebbero mai state escluse dal campionato”, ma lo sport è anche (e soprattutto?) politica, e allora i discorsi vanno fatti e analizzati su più dimensioni.
Quale sarà il futuro del basket europeo non è dato sapere, così come è difficile immaginare quali (di che natura? di che livello?) competizioni continentali potremo ammirare dai prossimi mesi. Lecito pensare che le tre “ribelli” abbiano avuto rassicurazioni e magari qualche aiuto, magari per sostenere le eventuali penali da corrispondere a Euroleague per il contratto stracciato, e che qualcuno sostiene non sia mai stato sottoscritto. E poi, cosa farà Milano, dopo l’Eurolega 2016-2017? Giocherà ancora “per” Bartomeu, rischiando l’esclusione dalla Serie A italiana, come minacciato per sardi, emiliani e trentini?
Di sicuro c’è che perde il basket, e forse anche la politica. Godono Baumann, che è in netto vantaggio nel duello con Eurolega, e Malagò, che vince su tutta la linea e vede forse un pelino più vicino le Olimpiade italiane tra 8 anni. Vince Gianni Petrucci (FIP), che salva leadership interna e rapporto col capo Malagò, dopo aver detto che “Sassari, Reggio Emilia e Trento non fanno il bene del basket italiano”, chiudendo gli occhi sulla situazione davvero disastrata di un movimento che fa acqua da tutte le parti, per nulla corroborato da energie fresche, progetti e idee degne di nota volte a risollevarlo.
Fabio Frongia
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