Una squadra senz’anima né idee
Il Cagliari strabiliante ammirato al Sant’Elia contro il Brescia è durato poco più di tre giorni. La squadra che si è vista a Como è la bruttissima copia, non troppo distante però da quella ammirata nei due mesi precedenti alla gara di sabato scorso. Primo tempo discreto, dove comunque non si è stati capaci di concretizzare la palese superiorità conclamata (anche) dalla classifica, ma ripresa non giocata dai rossoblù guidati da Massimo Rastelli. Le assenze di Joao Pedro e Diego Farias – assunte ad alibi dal tecnico in sala stampa – non possono bastare quando si pareggia contro la squadra, numeri alla mano, peggiore del campionato. Concetto rafforzato se si considera come in stagione i sardi abbiano perso 4 punti contro i modesti Lariani, i quali hanno 43 punti in meno degli isolani in classifica.
Che qualcosa si sia rotto all’interno del Cagliari appare chiaro. Lo dicono facce, atteggiamenti e prestazioni sul prato verde. La vittoria tennistica contro le Rondinelle è stata figlia più della fortissima voglia di vendicarsi dall’andata (poker subito e gamba spezzata al capitano Dessena) che di una vera e propria riscossa tecnica, men che mai fisica.
Al “Sinigaglia” è andata in scena l’ennesima recita del Cagliari privo di identità in questo 2016. Una squadra banale, incapace di variare sul tema e trovare soluzioni all’interno della partita. Considerazioni già fatte nelle precedenti settimane, quando coloro i quali perorano la causa rossoblù si appoggiavano a numeri anziché soffermarsi sull’insieme costituito da errori individuali, imprecisione e scelte che appaiono dettate più dal momento che da una precisa filosofia. Il Cagliari di oggi è poco solido, tanto che anche i più modesti avversari riescono a impensierire o battere Storari, e non ha le armi tattiche per evolvere e superare i problemi posti di volta in volta. Oggi i rossoblù non sono una squadra, non lo sono da tempo, bensì un gruppo di calciatori poco coesi tra loro e col proprio allenatore, chiamati ad un ultimo sforzo tutt’altro che semplice.
Vincere in casa contro Lanciano e Livorno sarà d’obbligo, ma non facile (alla luce delle prestazioni offerte contro rivali di pari grado) e forse non sufficiente, qualora il Bari dovesse fare 6 punti prima dello scontro diretto in Puglia. Un’eventualità, quella di doversi recare al “San Nicola” senza la promozione in tasca, che nessuno vuole prendere in considerazione, ma che non dipende più solo dai sardi.
La prova offerta sulle rive del Lago di Como è la conferma che in via Mameli c’è qualcosa che non va. La Serie A è lì ad un passo, solo un suicidio sportivo permetterebbe a Storari e compagnia di non festeggiare la promozione, ma le riflessioni dovranno essere numerose, attente e al di là del risultato. Se chi ben comincia è a metà dell’opera, le nubi che si addensano oggi sul pianeta rossoblù appaiono tutt’altro che chiare e facili da dissipare.
Giampaolo Gaias
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