Cagliari, così è decisamente più bello
Cambia tutto vivere sotto pressione. Certe persone le spremi e si svegliano, altre crollano. E’ sufficiente riprendere le parole di Al Pacino, nei panni di John Milton, per fotografare il moto d’orgoglio rossoblu esploso ieri pomeriggio al Sant’Elia. Il Cagliari si è (ri)svegliato, finalmente verrebbe da dire. Lo ha fatto nel momento di pressione massima, quando alcune delle certezze gradualmente costruite nell’arco della stagione iniziavano a vacillare. E lo ha fatto soprattutto da grande squadra, come non avveniva da quasi due mesi, segnale ben più importante del risultato in sé.
La partita contro il Brescia, di fatto, non ha mai avuto storia. Netto il divario tecnico tra le due squadre, ancor più chiara la differenza di motivazioni in campo. Come candidamente ammesso da Joao Pedro nel post partita, l’atteggiamento e la convinzione sono state le armi principali dei rossoblu. Il Cagliari ha aggredito la gara dal 1′ e senza sosta alcuna, riversando sugli avversari il proprio orgoglio ferito e quella fame che, dopo il successo sul Pescara, si era inevitabilmente affievolita tra slogan azzardati (“puntiamo ai 100 punti“) e celebrazioni premature. E con la caparbietà è ricomparso quel Cagliari piacevolmente ammirato nei mesi di novembre e dicembre (punto più alto della stagione rossoblu) e nelle trasferte di Avellino e Latina. Caracciolo e compagni, di conseguenza, si sono trovati in svantaggio prima ancora di allacciare gli scarpini e non hanno avuto il minimo spiraglio per rientrare in gara. La partita è finita prima ancora che prendessero le misure e capissero cosa stava succedendo.
Quasi pleonastico parlare dell’aspetto tecnico alla luce di un risultato simile e che sarebbe potuto essere anche ben più rotondo. Il Cagliari ha semplicemente pensato a giocare, mettendo da parte alibi e giustificazioni, e ha dimostrato di poterlo far bene. Decisamente bene. Ha mostrato come un gruppo qualitativamente e quantitativamente così nutrito possa prescindere da elementi importanti (Di Gennaro, per citarne uno) senza che queste assenze penalizzino eccessivamente la fluidità di manovra. Una leggerezza di pensiero che ha reso automatici i movimenti e apparentemente scontate le giocate. Ne è scaturita una prova corale armoniosa, un monologo più che un incontro, che come sempre succede in questi casi ha esaltato le prestazioni dei singoli. Sarebbe scontato sottolineare la prova strabordante di Joao Pedro, mentre è stata eloquente, in tal senso, la partita di Deiola, in naftalina da diversi mesi e tornato ieri sugli standard di inizio stagione. La riprova di come sia la squadra a dover esaltare il singolo e non viceversa (in ossequio al più grande filosofo calcistico, recentemente scomparso).
Se Rastelli aveva chiesto un ultimo sforzo per agguantare la Serie A, questo è arrivato. Resta solo da scoprire, ormai, quante fermate dividono il Cagliari dalla promozione. Quel che è certo, però, è che arrivarci così è decisamente più bello.
Stefano Sulis
Commenti