Serie D – Arbitri e sarde: Olbia ultimo capitolo di un rapporto complicato
L’operato degli arbitri di calcio, si sa, è sempre al centro di attenzioni e polemiche. Qualunque sia la categoria in cui si gioca. Quando poi ci si deve misurare in un girone combattuto e incerto come quello (il “G”) della Serie D, vecchi ritornelli sempre attuali tornano ad essere recitati: le sarde (8, nella stagione 2015-2016, un record storico), al cospetto delle sorellastre peninsulari, vengono spesso e volentieri penalizzate, detto senza il rischio di peccare di inutile partigianeria all’ombra del campanile.
Nel 2014 fu Raffaele Cerbone, allora tecnico del Budoni e tornato proprio sulla panchina azzurra il mese scorso, a riattizzare il focolaio sempre vivo. L’ex centravanti del Chievo, si fece così portavoce di un malessere che in Sardegna, più a ragione che a torto, mal nasconde sospetti che chi di dovere, dai palazzi che contano, fa poco sforzo per dissipare. Sospetti che anche nel corso di questa stagione sono tornati a molestare l’opinione pubblica del pallone isolano in occasione delle trasferte di Torres e Arzachena sul campo del Grosseto, al termine delle quali i due club denunciarono vere e proprie aggressioni subite all’interno e all’ingresso degli spogliatoi.
L’ultimo capitolo vede il presidente dell’Olbia Alessandro Marino alzare la voce. Sulle pagine de La Nuova Sardegna arrivano infatti le dichiarazioni del patron bianco a pochi giorni dalla trasferta di Albano Laziale dove, contro l’Albalonga, la truppa di Mignani ha rimediato il primo stop da quando l’ex capitano del Siena siede sulla panchina: “Siamo stati penalizzati da alcuni arbitraggi e auspico maggiore attenzione in questo rush finale di campionato” il monito lanciato da Marino.
Se la sconfitta, arrivata comunque dopo una prestazione ampiamente confortante, è stata accolta con serenità in casa Olbia (“Sono orgoglioso di quanto fatto da staff e giocatori in questo girone di ritorno” ha dichiarato Marino), a far storcere il naso sono stati con molta probabilità alcuni episodi dubbi nell’area laziale. Il riferimento va agli interventi su Aloia e Molino sui quali il direttore di gara ha deciso di sorvolare e che avrebbero con ogni probabilità cambiato il destino della gara.
Episodi che vanno ad aggiungersi all’arbitraggio di Muravera, che molto fece discutere (fallo su Formuso lanciato a rete sanzionato con un semplice giallo a metà primo tempo) e ai tanti cartellini gialli e rossi (arrivati rispettivamente a 64 e 13 in stagione) rimediati da Cossu e compagni nelle ultime uscite. Sanzioni apparse alla casa bianca al limite dell'”automatico”, sicuramente pesanti per effetti, dinamiche e tempistiche all’interno delle singole partite.
Una statistica, quella dei cartellini, che vede comunque “primeggiare” in generale le squadre sarde, qualsiasi sia il livello e l’obiettivo stagionale delle compagini. Se Torres e Olbia, le due società isolane più organizzate a attrezzate per la lotta al vertice, occupano le primissime posizioni nella speciale classifica disciplinare (i rossoblù hanno rimediato meno rossi, 11, ma in compenso ben 88 gialli), trattamento analogo hanno subito anche Arzachena, Castiadas e Lanusei, sanzionate rispettivamente con 87, 78 e 94 gialli (cifre di gran lunga superiori alla media del girone), con gli ogliastrini che detengono il primato assoluto nelle ammonizioni e i cagliaritani, per contro, nelle espulsioni (14).
Numeri che, se da una parte denotano una possibile maggiore fallosità da parte delle compagini isolane, dall’altra lasciano qualche dubbio sulle diverse tutele garantite.
Fabio Frongia