Tore Pinna, il ritorno: “Il Tempio mi ha convinto. Torres? Non si dimentica, e mio nipotino Fadda…”
Di certo non sarà lo spettacolo del secolo, ma nessun “2” di un qualsiasi film è stato meglio del primo. Vi stiamo per raccontare un ritorno sui campi, il cui finale è tutto ancora da scrivere. Lo chiameremo in una maniera banale, “il ritorno”, ma siamo certi che non sarà tale visto il nome del protagonista: Tore Pinna. L’ex portiere di Torres, Grosseto, Salernitana e Pescara torna sui campi di gioco a 40 anni suonati e cerca di togliersi una grossa soddisfazione: riportare il Tempio in Eccellenza con le sue parate. L’ultima (e unica) volta nella quale l’estremo difensore di Sorso, ma sassarese per adozione calcistica, si concesse ai microfoni di SardegnaSport.com chiuse con questa dichiarazione: “Mia moglie mi aveva detto di smettere di giocare…”. Da lì riparte la nostra chiacchierata e lui ci spiega: “No, non l’ho ascoltata manco stavolta, il calcio è una malattia, può darti delusioni ma alla fine, quando una cosa rappresenta la tua vita, c’è poco da fare”.
Il Tempio è secondo in classifica nel campionato di Promozione, lontano dagli spalti del “Vanni Sanna” o dell’Arechi, ma “qui hanno vissuto il professionismo, sanno come si fa e come farti sentire bene. Ecco perché sono ripartito da qui, il presidente Fara e mister Cassitta mi hanno convinto, ma devo ringraziare anche il mio allenatore all’Usinese, Pierfranco Simula, tecnico preparatissimo e bravissimo con i giovani. Lui mi ha dato tanto e, fidatevi, ne sentirete parlare”. Quando si parla con Tore Pinna, è inevitabile parlare di Torres, direte “beh, che c’entra?” e lui rispolvera antichi e vecchi ricordi, manco fosse un vecchietto sdentato e stanco di essere in pensione “Son tornato per i motivi che ti ho detto e perché i tempiesi, quando giocavo a Sassari, ci sono stati sempre vicini nei momenti più bui”.
Esordio a La Maddalena, contro la capolista Ilva, e vittoria in trasferta che consente ai galluresi di continuare a sognare la promozione diretta nel massimo campionato regionale: “Il mister, nonostante la presenza in rosa di un bravo portiere come il classe ’96 Andrea Brundu, ha deciso di buttarmi nella mischia e, che dire, mi sono sentito un leone”. Davanti a Siazzu, storico rivale ed ex Olbia. Pinna è così, quando ti aspetti bianco diventa nero, e viceversa, tant’è che, quando proviamo a stuzzicarlo parlandogli dell’attaccante di Torpè, lui ci spiazza: “Certo, è dell’altra sponda, ma con me si è sempre comportato bene, mi porta rispetto e io non posso non fare altrimenti. Detto questo, gli ho fatto quattro parate una più bella dell’altra”.
Può farcela, il Tempio? “Ce la giocheremo fino alla fine contro la stessa Ilva e contro l’Usinese, squadra dall’ossatura ben formata, ricca di bravi giocatori e allenata dal grande Peppone Salaris, secondo di Cuccureddu a Sassari, Grosseto e Salerno”. E poi? “Non saprei, vorrei giocare un altro anno, ma adesso non ho idea di ciò che succederà”.
Torniamo alla Torres, unico grande amore (non ce ne voglia la signora) di Tore Pinna: “Peccato per la penalizzazione, la classifica sarebbe potuta essere ben più interessante di com’è ora, nonostante tutto. Ho sempre seguito, inutile dirlo, i rossoblù, otto anni non si dimenticano così facilmente. Ora, se possibile, lo faccio con ulteriore coinvolgimento, tra i pali c’è il mio nipotino: Massimo Fadda. E’ forte, non altissimo ma tremendamente esplosivo”. Ti ricorda qualcuno? “Beh si…”, risponde ridendo, “gli auguro di vincere almeno un terzo di quello che ho vinto io”. Insomma signori, mettetevi comodi “Tore Pinna 2, il ritorno” è arrivato nelle sale. Sicuramente questa pellicola non vincerà l’Oscar, ma non staccate gli occhi dallo schermo perché le sorprese sono dietro angolo e il finale, lieto o meno che sia, potrebbe essere ancora molto lontano.
Mauro Garau
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