Non è sempre Pasqua

Cagliari-Saragozza 0108

Impossibile prevedere quanto accaduto nel finale di gara in quel di Modena. Un Cagliari con tanti assenti beffa gli emiliani mettendo a segno un’inaspettata rimonta in quella manciata di minuti concessi dopo il 90′. Vittoria miracolosa quanto immeritata, perché i demeriti, collettivi e individuali, non sono pochi, a dimostrazione che forse è un po’ prematuro parlare già di crisi superata. Alla luce di quanto visto, i rossoblù sono ben lontani dalla forma ideale, e il reparto in maggiore difficoltà sembra essere proprio l’attacco, quello che, forse più degli altri, porta con sé il fardello della conquista dei tre punti. Senza reti non si vince. Sembra assurdo doverlo ricordare, ma da un mese a questa parte la media dei goal realizzati dalla formazione sarda è nettamente precipitata. La vittoria di Vicenza ha solo illuso che il digiuno potesse essere finito, anche se l’insoddisfacente prestazione del Menti ha evidenziato quanto sforzo ci voglia ancora per tornare ai livelli di compattezza e cinismo messi in campo prima della sosta natalizia. Mediocri ma efficaci, esattamente come oggi, e forse solo un Modena sotto processo e preoccupato poteva aiutare nella conquista dell’impresa in zona cesarini.




Davide Di Gennaro, tornato titolare a Modena

Davide Di Gennaro, tornato titolare a Modena

Un corrucciato Taibi, ds della squadra di casa, a fine gara ufficializza l’esonero di mister Crespo, decisione annunciata dopo l’incursione di protesta degli ultras gialloblù nei corridoi della sala stampa. Il malcontento dei tifosi era già evidente durante la partita, quando al fischio d’inizio uno striscione dalla curva deserta recita: “45 minuti di tifo assente per una squadra e società inesistente”. Ma l’ex portiere, prima di congedarsi dai microfoni, racconta una storia che sembra quasi un appello che dovrebbe far riflettere tutte le realtà calcistiche odierne: parafrasando, sostiene quanto i tempi siano cambiati rispetto alla generazione che insieme a lui calcò i campi di calcio italiani; le situazioni difficili erano spesso seguite da una reazione da parte della squadra, una prova di carattere che arrivava spontanea. Oggi, invece, i ragazzi hanno bisogno di supporto e consolazione. Si dipinge così il ritratto di un calcio geneticamente mutato e che dà spiegazione alle tante vicissitudini indecifrabili che spesso ci troviamo ad analizzare. Tutto ciò non vale solo per la realtà emiliana. Anche a Cagliari la mancanza o perdita di identità è lampante, e uscire dai periodi bui è sempre più difficile.

C’è sicuramente da considerare il fattore delle assenze. Tra infortuni, squalifiche e nazionali, oggi è sceso in campo un Cagliari decimato e con una difesa inedita quanto obbligata. Ma non si può nemmeno utilizzare questo elemento come alibi per sfuggire alle critiche (giustificate) che arrivano nei confronti di Rastelli e i suoi. Guardare in faccia il problema potrebbe essere utile per riconciliare risultati e bel gioco, e con questi cercare di conquistare la promozione il prima possibile. Perché in questo momento si soffre con tutti, sia con le grandi che con le modeste concorrenti. Certamente fa parte del gioco: se la cadetteria è una competizione difficile e faticosa è perché svolge la funzione tipica del limbo in cui convivono i potenziali meritevoli degli alti palcoscenici insieme agli eretici copioni di chi sta sopra solo al livello dilettantesco. In questa altalena, diabolica e affascinante, decifrare ogni match e interpretare al meglio il proprio ruolo non è impresa semplice, e quando protagonisti e comparse si scambiano le maschere, la confusione diventa il primo nemico da battere.




Due minuti di orgoglio non bastano per cancellare le colpe di un Cagliari che ancora deve lottare per raggiungere il suo obiettivo. È vero, i tre punti di oggi fanno già avvistare all’orizzonte il porto sicuro e confortevole della serie A, ma è una vittoria che lascia non poche perplessità sulla forma fisica e mentale dei rossoblù, marcatori compresi. Prima Farias e poi Sau hanno siglato le reti del miracolo e raccolto la gloria illegittima dei tanti tifosi in trasferta e della panchina. Il cosiddetto girone infernale riesce anche in questo: sfornare eroi senza virtù.

Sabato prossimo il S. Elia ospiterà lo Spezia, reduce da una sconfitta interna e con l’obiettivo di centrare i playoff. Non sarà facile per i sardi domare la furia del sogno ligure e mantenere la vetta della classifica. Ancora meno sarà dare una definitiva conferma delle reali potenzialità della squadra a una piazza che, da qualche tempo, le sta chiedendo a gran voce. E che stavolta, però, non ci si affidi al caso o alla fortuna perché purtroppo, si sa, non è sempre pasqua.

Carolina Cugusi

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