Il Cagliari gode col “fattore G”: l’importanza di Giannetti
Nello spettacolare cammino del Cagliari in Serie B lungo queste 27 giornate, la formazione di Massimo Rastelli ha raccolto tanti complimenti, parecchi pareri positivi per i suoi risultati e, da taluni, anche per il gioco espresso; quest’ultima opzione non è condivisa all’unanimità ma le correnti di pensiero sull’argomento sono molteplici. Oltre a ciò, ci sono ovviamente i plebisciti per i singoli interpreti della rosa isolana, con congratulazioni che svariano da un componente all’altro, da Marco Storari, decisivo nell’ultimo impegno col Pescara e (vista l’assenza di Daniele Dessena) vero e proprio leader maximo del gruppo. Ce n’è per Bartosz Salamon, ministro della difesa sarda che giganteggia come non mai sulle palle alte, offrendo un’ulteriore alternativa in fase d’impostazione ai registi “ufficiali” Davide Di Gennaro e Marco Fossati; il polacco è sicuramente il calciatore dal rendimento più alto e costante del pacchetto arretrato rossoblù. A centrocampo applausi per Gianni Munari, giocatore strategicamente fondamentale per lo scacchiere del tecnico di Torre del Greco, mentre davanti gli elogi sono tutti per Federico Melchiorri e l’ondivago Diego Farias, croce e delizia della squadra che veleggia verso la Serie A.
C’è però un fattore, o meglio un ragazzo, che tende a essere sottovalutato e produce in silenzio tanti dividendi per la creatura rastelliana. Corrisponde al nome di Niccolò Giannetti. Arrivato quest’estate dallo Spezia, non una prima punta classica ma che comunque preferisce giocare in tandem con un collega avendo licenza di svariare (parole sue), capace di allargarsi in un tridente classico grazie alla dedizione al sacrificio, sin dall’esordio in amichevole (tripletta al Lanusei) confermò che il fiuto del gol albergava sotto la chioma riccioluta.
I numeri dicono che quando Giannetti gioca per 90′ è sempre decisivo. Ha giocato integralmente i match contro Crotone e Latina al Sant’Elia, poi le sfide di Chiavari, La Spezia, Lanciano e Salerno. Il numero 32 rossoblù è andato in gol contro pitagorici e pontini (decisivo nel faticoso 3-2 finale), per poi trafiggere a domicilio Entella e Salernitana; in Liguria contro gli spezzini, invece, fornì uno degli assist. Sempre presente nei tabellini, tranne in un’occasione, ovvero la trasferta in quel di Lanciano, dove non demeritò.
Ma anche da subentrante, o giocando spezzoni di partita, Giannetti compie il suo egregio lavoro. Contro l’Ascoli partì titolare e aprì le marcature (con l’aiuto di Svedkauskas), mise la sua firma nel 4-1 col Trapani, ha trafitto il Pescara, causando l’autogol di Lapadula, nel pomeriggio più atteso. Più concreto di Diego Farias, più affidabile (fisicamente) di Marco Sau, diverso, più esperto e completo di Alberto Cerri, l’ex juventino rappresenta un calciatore tecnico e intelligente, partner ideale per l’inamovibile Federico Melchiorri. Complici i continui problemi dell’attaccante barbaricino e la poca freddezza del numero 17 brasiliano (che può giocare da trequartista), Rastelli si gode (anche in ottica Serie A) una delle frecce più velenose e di garanzia nello smisurato carniere con cui sta ammazzando il campionato.
Mattia Marzeddu
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