Pescara-Cagliari, Aresti: “Melchiorri ostico anche per Thiago Silva”

Simone Aresti e Federico Melchiorri in un momento di gioia
Non è mai una partita come le altre, quella contro il “suo” Cagliari, figuriamoci ora che dovrà viverla in Sardegna. Simone Aresti, portiere del Pescara che lotta per la maglia da titolare con il collega Fiorillo, ha parlato (anche) del prossimo match clou tra rossoblù e abruzzesi all’interno di Doppio Misto su Radio X, spaziando dall’aspetto tecnico-tattico alla sua stagione fatta di poche presenze ma grande empatia con l’ambiente pescarese, passando per il tema attaccanti (chi è migliore tra Farias, Lapadula e Melchiorri?) e l’opacità di Andrea Cocco. Chiudendo con il discorso inerente i calciatori sardi in Sardegna e la scommessa con l’amico fraterno Federico Melchiorri.
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A detta di molti, Massimo Oddo e Massimo Rastelli in primis, il prossimo è un incontro decisivo. “Arriviamo bene a questa partita – dice Aresti – perché abbiamo pareggiato l’ultima col Vicenza ma contiamo 8 risultati utili consecutivi con 6 vittorie. Per noi è una gara fondamentale, il pareggio ci servirebbe a poco, vincendo riapriremmo il discorso per il primo posto. Il Cagliari è una squadra molto cinica, ormai vince in casa come in trasferta, al Sant’Elia sono molto più forti, sarà una partita e sarà un Cagliari diverso da quello visto all’Adriatico all’andata. Sono una squadra fuori categoria, però abbiamo visto che sono battibili, ci vorrà un’altra prova fatta di ritmo, agonismo e attenzione”.
In campo tre dei migliori attaccanti della Serie B: Lapadula, Farias e Melchiorri, chi è il più forte? “Sono tre attaccanti di altissimo livello, diversi tra loro ma per me Melchiorri al 100% è immarcabile, metterebbe in difficoltà anche Thiago Silva… Non va marcato a uomo bensì limitato nei rifornimenti e negli spazi”. Chi vive una stagione complicata è l’altro sardo del Pescara, Andrea Cocco: “Andrea è un giocatore che quando è entrato in campo ha sempre fatto bene – assicura il portiere di Narcao – non sta trovando molto spazio ma domenica ha fatto l’assist decisivo e sono sicuro che ci darà una grossa mano da qui alla fine”.
Aresti-Cagliari un binomio di inizio carriera ma… “Ci siamo sentiti a luglio, però io qui sto davvero bene e per me il Pescara è un top club, quindi non avevo necessità di andare via. Tornare a Cagliari a fare il secondo a Storari non sarebbe professionalmente un declassamento, anzi una bella occasione. Sto troppo bene qui a Pescara per andare via”.
Come Aresti, sono molti i sardi che non sono stati e non sono profeti in patria. “Si hanno molte più responsabilità rispetto ai non sardi, poi a 28-29 anni riesci a gestire meglio le pressioni, mentre a 20 anni soffri maggiormente. Anche io nei panni dei giovani del vivaio del Cagliari sarei andato a giocare per poi (provare a) tornare”.
E con l’amico fraterno Melchiorri, ex compagno di stanza con cui c’è simbiosi, la scommessa è lanciata: “Sicuramente andremo, dopo la partita, e chi avrà vinto al Sant’Elia offrirà”.
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