Alexander, Petway, Eyenga: chi è di troppo in questa Dinamo?
ll buono, il brutto e il cattivo per gli amanti del western; il lungo, il corto e il pacioccone per gli appassionati dello Zecchino d’Oro; il pigro, il discontinuo e l’impreciso per i fanatici della Dinamo Sassari. Parliamo rispettivamente di Joe Alexander, Christian Eyenga e Brent Petway, da mezza stagione interpreti di loro stessi in un copione che li vede attori non protagonisti. E pensare che dovevano esserlo tutti, protagonisti…
ALEXANDER – L’ottava scelta assoluta del draft del 2008 ha mostrato per tutta la sua permanenza in Sardegna lampi di talento clamorosi e pause quantomeno inquietanti. Splendido da vedere quando mette palla per terra (indifferentemente a destra e sinistra) e con un tiro da fuori sufficientemente preciso per essere degno di attenzioni dalle difese avversarie avrebbe dovuto, sulla carta, rappresentare un rebus irrisolvibile per i contendenti al titolo. Invece Joe ha tradito, come una donna troppa bella e affascinante per essere anche fedele. Troppe le circostanze nelle quali ha mostrato scarsa applicazione su entrambi i lati del campo, quasi fosse una seccatura giocare a basket.
EYENGA – Sbarca a Sassari con il ruolo di 3-4 atletico, raggio di tiro meno ampio rispetto ad Alexander, ma tanta esplosività e altrettanta energia. Anche lui ha acceso e spento in continuazione nonostante l’iniziale fiducia. Meglio nella gestione Sacchetti, più “confusionaria” rispetto a quella che sarebbe piaciuta a Calvani, il congolese ha pasticciato troppo, denotando minore costanza recentemente. Quella etichetta di “mezzo e mezzo” ha confuso se stesso e chiunque provasse a capire con che criterio (semmai ce ne sia stato uno) vagava per i parquet d’Italia ed Europa.
PETWAY – Ma la maggiore delusione è sicuramente rappresentata da Brent Petway. “16 minuti abbondanti in finale di Eurolega, abbiamo fatto un affarone”, dicevamo in tanti. Ecco, sbagliavano tutti. L’Arciere (di frecce ne ha scagliate davvero poche) ha steccato tutte le prove possibili e immaginabili, risultando deficitario in ogni aspetto del gioco, nessuno escluso. Troppo brutto per essere vero. Con l’arrivo di Tony Mitchell, Marco Calvani ha deciso di relegarlo spesso in tribuna. Come dargli torto? L’ironia sassarese inizia a scatenarsi e c’è chi ne invoca un taglio nel minor tempo possibile.
Con l’arrivo del cavallo di ritorno Kenny Kadji, la Dinamo si potrebbe sbarazzare, dopo Haynes, di uno dei tre protagonisti della nostra analisi. Nonostante non sia (a nostro modestissimo parere) stato il peggiore, la scelta potrebbe ricadere su Eyenga. Né 3 né 4 insomma, ma neanche 7,8 o 9. A parte l’arrivo del camerunense, mentre scriviamo, nessuna decisione è ancora ufficiale e si discute ancora di ipotesi. Di sicuro c’è che siamo in presenza di una stagione nella quale si sono succeduti due allenatori troppo diversi tra loro per guidare la stessa squadra e caratterizzata da un mucchio di scelte che paiono essere – se non sbagliate, visto che siamo a febbraio e saranno i risultati a decretarne la bontà -, quantomeno discutibili.
Mauro Garau