Serie D – Olbia, parla Pinna: “La D è il calcio vero”
E’ stato una delle note liete nel pareggio ottenuto dall’Olbia con la Nuorese tra le mura amiche. Arrivato quasi sotto traccia dal Cagliari Primavera di Max Canzi alla corte di Michele Mignani che può contare su un’ottima nuova freccia al suo arco. La sua prestazione con i verdazzurri è sicuramente un punto da cui ripartire per il tecnico e, nonostante l’ovvia emozione dell’esordio, Simone Pinna non si è fatto intimidire e, anzi, ha sfoderato una grande prova. Noi lo abbiamo intervistato, parlando a 360° del suo momento tra Olbia e Cagliari, ma non solo.
Simone, domenica un grande debutto: personalità, gamba e tecnica. Che sensazioni hai provato in una simile giornata?
Passare da una Primavera a una Serie D, il campionato dei grandi, è abbastanza emozionante perché non stai più giocando con calciatori della tua età, ma con persone che sanno cosa voglia dire giocare il calcio degli adulti. Il primo giorno è stato di ambientamento e man mano la situazione è andata migliorando; poi la buona prestazione è stata sicuramente la cosa più bella.
Ti aspettavi di riuscire a fare così bene da subito?
Sapevo di poter dare tanto e nonostante avessi ricevuto un colpo, non essendo al top fisicamente, ero comunque convinto di poter dare il mio contributo alla causa.
In cosa pensi di essere cresciuto maggiormente da quando hai iniziato l’avventura con la Primavera di Canzi?
Mi hanno dato la possibilità di giocare e, ascoltando i consigli e applicandomi, sono cresciuto sia caratterialmente che tecnicamente.
Sei d’accordo con chi ti considera come una delle più piacevoli sorprese nel contesto del pallone isolano?
Ho sempre creduto nelle mie capacità però, avendo giocato poche volte gli altri anni, non ho avuto tempo e spazio per dimostrare ciò che valevo. Quest’anno ne ho avuto l’occasione e son soddisfatto del mio operato.
Ammetterai comunque che in pochi avrebbero scommesso sulla tua esplosione…
Probabilmente nessuno ci avrebbe scommesso.
Cosa è risultato decisivo nella scelta di accettare la sfida di Olbia?
Prima di fare la mia scelta ho parlato con tutta la mia famiglia, il mio procuratore e i responsabili del Cagliari: mi hanno detto che il calcio vero è quello che ho iniziato a conoscere adesso e prima o poi ci sarei dovuto entrare; mi hanno dato loro la forza per accettare quest’avventura. Mi hanno detto che sarebbe stato fondamentale per la mia crescita.
Tornando sulla Primavera: per te è da finali scudetto?
Ci sono veramente tanti valori nella Primavera, anche se adesso a causa di trasferimenti e infortuni sta attraversando un momento di transizione; però i ragazzi sono tutti ottimi giocatori e credo che alle finali potranno arrivarci tranquillamente.
A proposito dei valori citati poc’anzi, quale dei tuoi ex compagni ti ha colpito in maniera particolare più degli altri?
Senza alcun dubbio Santiago Colombatto.
C’è un giocatore al quale ti ispiri? Un modello?
Come modelli direi Marcelo e Dani Alves.
Dal punto di vista tecnico-tattico in cosa pensi e senti di dover migliorare?
Credo di dover migliorare soprattutto nei cross, poi un po’ anche nella fase difensiva.
Tornando all’Olbia, pur essendo arrivato da poco avrai notato che c’è un momento di affanno per i bianchi. Come te lo spieghi?
Siamo un gruppo nuovo, non abbiamo giocato insieme così tanto da poter dire di essere un gruppo affiatato. Giorno per giorno stiamo però migliorando e ingranando coi meccanismi; tutto ciò si rivelerà secondo me fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi.
Deluso dal pareggio con la Nuorese?
Tutti ci saremmo aspettati qualcosa di più, sia per ciò che avevamo creato che per come avevamo preparato la partita; le gare spesso sono però decise da episodi e per questo c’è un po’ di amarezza, ma va bene così.
Con la Flaminia i tre punti sono d’obbligo.
Assolutamente. Non dobbiamo sbagliare praticamente più niente se vogliamo centrare l’obiettivo al quale ci è stato chiesto di arrivare.
A proposito, credi che la Lega Pro sia ancora raggiungibile?
Niente è impossibile, ci sono tanti punti in palio e partite da giocare; gli scontri diretti li dobbiamo ancora affrontare, per giunta quasi tutti in casa quindi dobbiamo almeno provarci; dopo che ci abbiamo provato e non ci siamo riusciti potremmo comunque dire di non avere rimpianti.
Mattia Marzeddu