La Torres, la Nuorese, un pagliaccio e i tempi andati
Per il neo allenatore della Torres, Marco Sanna (esordio domenica scorsa a Castiadas), la partita di domenica sul campo della Nuorese non può essere come tutte le altre. Nella sua ricca carriera di giocatore e allenatore, infatti, Sanna ha militato in entrambe le squadre, sia in campo che in panchina. E la storia, vista la rivalità tra le due gloriose realtà, non è sempre stata priva di equivoci. Soprattutto il primo passaggio dalla Torres alla Nuorese, infatti, fu al centro di numerose polemiche, in particolare da parte dei tifosi sassaresi: il “fattaccio” avvenne all’indomani del dolorosissimo fallimento dei rossoblù dell’era Carta, ovvero quello seguito alla stagione 2005/2006 in cui la Torres sfiorò la promozione in Serie B con i famigerati play-off, nei quali fu eliminata dal Grosseto.
Quella successiva fu una delle solite estati per tifosi sassaresi, ovvero una stagione fatta di ansie ed incertezze. Alla fine la squadra scampò lo spettro della retrocessione tra i dilettanti grazie al cosiddetto “Lodo Petrucci” e fu ripescata in serie C2, dove era appena approdata la Nuorese del Notaio Roberto Goveani. La società verde-azzurra all’epoca era in grande ascesa (tanto che quell’anno centrò la qualificazione ai play-off per la C1, venendo eliminata al primo turno dal Pergocrema), mentre la Torres si trovava alle prese con la proverbiale caduta dalle stelle alle stalle. E non furono pochi i giocatori protagonisti del sogno Serie B a cedere, tra le polemiche e la sofferenza dei tifosi sassaresi, alle lusinghe provenienti dalla Barbagia: Luca Panetto, Stefano Medda, Mario Niedda (che però dopo 4 anni di Torres passò dalla Nocerina prima di andare a Nuoro) e, appunto, Marco Sanna.
Addirittura anche il direttore sportivo Auriemma si trasferì da Sassari a Nuoro quell’estate. I supporters rossoblù gridarono al tradimento, anche perché i giocatori sopracitati non aspettarono l’esito delle sorti della società sassarese e si misero al sicuro tra le braccia facoltose di Goveani. Alla quarta giornata di quel campionato, il calendario mise di fronte la Torres e la Nuorese sul prato del Vanni Sanna; la partita si giocò di mercoledì in notturna, esattamente il 26 settembre 2006 davanti ad un’imponente cornice di pubblico. La gara era naturalmente attesissima e le Nuorese si presentò da favorita, cosa impensabile solo pochi mesi prima. Per i tifosi sassaresi perdere quel match sarebbe stato un’ulteriore pugno nello stomaco. All’ingresso delle squadre in campo, la Curva Nord sassarese (gremita) espose uno strisicone non proprio di benvenuto per i “traditori” e riservò bordate di fischi ogni volta che il pallone finì tra i piedi degli ex, in particolare proprio tra quelli di Marco Sanna, ritenuto doppiamente colpevole perché sassarese. La partita del centrocampista non fu sicuramente tra le migliori della sua carriera, i fischi riuscirono a condizionarlo. Il destino volle poi che la Torres andasse in vantaggio (si chiuse poi sull’1-1 grazie al pari di Vittorio De Carlo, che pochi anni dopo farà il percorso inverso Nuoro-Sassari) con una rete su punizione di Alessandro Frau proprio davanti ai più calorosi sostenitori rossoblù. Frau fu l’unico che nell’estate 2006 attese fino all’ultimo il destino della sua squadra del cuore, senza dire sì a Goveani, che lo corteggiò insistentemente, tanto che all’ennesimo rifiuto, il Notaio definì Alex “un pagliaccio”. Il fantasista della Torres non si fece trovare impreparato e dopo il gol su punizione mostrò, correndo verso i suoi tifosi, una t-shirt con la faccia di un clown appositamente indossata sotto la camiseta torresina.
Francesco Salis