Gigi Datome: “Tra due anni torno a Roma o in NBA. Ho parlato con Milano ma…”
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Datome al tiro contro Brooklin
Debutto col botto per Gigi Datome in maglia Fenerbahce. L’olbiese, reduce da Eurobasket, dove è stato fermato alla seconda partita da un infortunio muscolare, è tornato in campo con la maglia gialloblù dei turchi e si è esibito in una grande prova personale contro i Brooklin Nets di Andrea Bargnani, assente per infortunio. Per Datome ritorno in America a pochi mesi dalla fine dell’esperienza NBA, chiusa con i Boston Celtics dopo avere vestito la maglia dei Detroit Pistons. Ora una nuova sfida, con il Fenerbache ricco e ambizioso guidato da Zelimir Obradovic. Il quale, a sentire Datome, è uno dei motivi principali per i quale ha scelto la Turchia.
“Avrei preferito trovarmi a Detroit e battere i Pistons. Per dimostrare ancora una volta che in questa Lega ci potevo stare”, dice candidamente alla Gazzetta dello Sport, ribadendo una volta di più come la bocciatura americana bruci ancora. “Ringrazio Brad Stevens (il coach dei Celtics ndr) per le belle parole sulle mie qualità – dice – Ma per rimanere a Boston chiedevo la garanzia di giocare con continuità. Sono grato ai Celtics, sono stati sinceri e coerenti con me, d’ora in avanti tiferò per loro”.
Adesso si va in Turchia: “Ho atteso di sapere se c’erano chiamate Nba, che sono arrivate. Mi volevano Dallas, Clippers e Washington e mettevano sul piatto dei buoni contratti. Ma non vedevo opportunità sul campo. Allora ho vagliato quelle europee: dalla Russia alla Spagna, dall’Italia alla Turchia. Milano? Ho avuto il piacere di conoscere Livio Proli che è stato super. Come lo è stato Alessandro Gentile, che sapeva dell’interessamento perché eravamo a ridosso del raduno con la Nazionale. Alla fine ho deciso per il Fener perché volevo fare un’esperienza in un club europeo con ambizioni importanti. Spero di aver avuto ragione”.
“Volevo trovare spazio e giocare in una squadra al più alto livello possibile – continua a spiegare Datome – Quello turco è un campionato in crescita e il Fener è una società che è arrivata alle Final Four l’anno passato, eliminata in semifinale, con gran voglia di rivalsa. Istanbul è una bellissima città, ho ottenuto un buon accordo economico. E poi per me si è mosso Obradovic in persona, praticamente il Mourinho del basket. O meglio, il Phil Jackson degli europei. Per noi in spogliatoio è un’autentica leggenda, uno che ha vinto tutto con Nazionale e club. Fa giocare un basket di letture, molto intelligente, collettivo, con tante soluzioni in attacco e cura del dettaglio. Mi piace”.
Il sogno di tornare in NBA c’è ancora, poche storie. “In due anni può accadere di tutto. È una decisione che verrà presa alla fine del contratto. Magari torno in Nba o vado a Roma. Chi lo può dire? Ma ora sono concentratissimo su ciò che mi aspetta in questa bella realtà”.