Qualcuno in fondo ci avrà pure sperato che alla fine il generoso Tounkara potesse bucare almeno una volta Storari. Non tanto per compatire un Crotone maltrattato oltremodo da un concreto e spietato Cagliari, quanto piuttosto perché i più attenti si saranno subito ricordati che i rossoblù neoretrocessi, guidati dal rampante Gianfranco Bellotto, nella stagione 2000/01
Qualcuno in fondo ci avrà pure sperato che alla fine il generoso Tounkara potesse bucare almeno una volta Storari. Non tanto per compatire un Crotone maltrattato oltremodo da un concreto e spietato Cagliari, quanto piuttosto perché i più attenti si saranno subito ricordati che i rossoblù neoretrocessi, guidati dal rampante Gianfranco Bellotto, nella stagione 2000/01 debuttarono proprio con un rotondo 4-0 sul Crotone. Seguirono una partenza sprint e un girone di ritorno con la bandiera bianca ammainata inopinatamente troppo presto. Insomma per questioni di cabala, l’unica componente che stona in una nottata che consegna alla Serie B (durissimo torneo) la conferma di una protagonista annunciata. Superstizione a parte, in un Sant’Elia catino da bolgia (ma si può fare ancora meglio) piovono gol (di pregevole fattura) e sorrisi, agitati qua e là da un paio di sospiri di sollievo, perché la prima assoluta non è mai semplice per nessuno. Neanche (o soprattutto) per chi deve partire con tutti i favori del pronostico.
Non stecca dunque il Cagliari di Rastelli che parte forte nel monday match facendosi presto abile calcolatore nel gestire al meglio ruggine e contratture da debutto e quel pizzico di nervosismo accumulatosi in eccesso in seguito al rinvio dell’inizio del campionato. Sblocca una gara difficile nel momento in cui l’avversario si produce nel massimo sforzo offensivo, con un Farias freddo come non mai nel trafiggere Cordaz e inclinare il piano dell’inerzia della gara a tutto vantaggio dei suoi. E dilaga nella ripresa con le reti del sempre più brillante Deiola (secondo gol in stagione e possibile crack del campionato), Sau (partita la caccia allo scettro di cannoniere) e Giannetti. Il tutto con estrema freddezza, covata ed esternata da una forza ancora ben lontana dall’esprimersi interamente secondo quanto il potenziale promette. Senza impressionare, se non nella naturalezza straripante di chi sa di essere più forte. Ma al di là del risultato (piacevole a leggersi), era importante rispondere presente sin da subito. Il Cagliari ha vinto perché superiore e consapevole di esserlo. E questa era la certezza che serviva trovare.
Matteo Sechi