Torres, nel girone dell’attesa, lo spiraglio di luce è Oscar Brevi. IL REPORT

Osca Brevi impartisce direttive ai suoi ragazzi, richiamandoli al centro del campo, in quel di Pattada
CLIMA. A Pattada domina l’attesa. Il paese logudorese è un limbo tra Inferno e Purgatorio, in cui si aspetta la pena da espiare la prossima stagione, con la più classica delle leggi del contrappasso o la condanna di una retrocessione. Si, perché una punizione per la Torres ci sarà. Per ora si può solo temporeggiare e avere pazienza. L’attesa stritola gli animi di giocatori e addetti ai lavori: è un tunnel oscuro, dove si procede a stento, non sapendo se si andrà avanti o indietro. Tra i tifosi domina la frustrazione, stanchi di vedere la loro passione smembrata da fatti di cronaca che hanno poco a che vedere con il calcio giocato.
VECCHIA GUARDIA. Le domande della piazza, in questi giorni, son sempre le stesse: “Maiorino rimarrà? E Cafiero? Scotto se ne andrà da Sassari in caso di retrocessione?”. Difficilmente i grandi nomi rimarranno se dovesse accadere quel che tutti scongiurano, poiché i loro contratti decadrebbero in Serie D. Quel che si delinea nell’orizzonte della Torres è una partenza con un handicap, con le gambe legate e una rincorsa, repentina, da fare sulle altre compagini dalla prima giornata di campionato (la suddivisione in 3 giorni a 18 squadre potrebbe essere un indizio della permanenza in Lega Pro?). Lo “zoccolo duro” attende il verdetto: deciderà solo allora se fare o disfare la valigia.
GIOVANI. Son tanti i volti nuovi in questa stagione. A primo impatto, appena si mette piede all’interno dello studio “Bruno Fois” sembra quasi di assistere alla preparazione atletica di una normale Beretti: son tanti i ’95 e i ’96 a disposizione di mister Brevi. Un po’ troppi, forse, per una squadra prossima a disputare un campionato di Lega Pro? Nel corso della stagione potrebbe farsi sentire la mancanza di quel pizzico di esperienza in più, in campo, quel nome con importanti trascorsi in grado di cambiare volto alla squadra.
LA RIVELAZIONE. Oscar Brevi è la vera rivelazione in quest’inizio di ritiro. Un generale di ferro in grado di farsi seguire dai suoi. Ha il physique du rôle di un allenatore del passato: carattere e lavoro, poche parole e tanta concretezza. Da questi primi giorni, si è potuto capire che non le manda a dire. Alza la voce e sbraita quando qualcosa non va. I giocatori lo seguono, ascoltando attentamente i suoi consigli, riponendo in lui la giusta fiducia. Non è facile, ancora, esprimersi sul modulo che adotterà in futuro, essendo tutto in fase embrionale. Dalle esercitazioni tattiche, si è scorta la bozza di 4-3-3, con i centrocampisti, (Lisai su tutti) richiamati a gran voce perché seguano, in un moto perpetuo, l’azione dopo aver scaricato palla. Brevi si è soffermato, a più riprese, sulle distanze da osservare minuziosamente tra i reparti e sulla velocità di circolazione palla.
L’UOMO PIU’ IN FORMA. Sembra essersi già ritagliato uno spazio importante, in questi primi giorni di preparazione, Michele Chelo. È parso in “palla”, sempre nel vivo dell’azione, nelle partite in famiglia che si son disputate questi giorni. Basterà all’ex-Selargius per avere la conferma ed essere poi tesserato?
CURIOSITÀ. L’uomo spogliatoio è Aya Ramzi che non perde occasione per lo scherzo e per scambiare due battute tra un momento e l’altro di pausa, dopo il pesante lavoro nel il circuito di forza isometrica. Domenico Marchetti, il taciturno, glissa e abbozzando un sorriso riprende a lavorare a testa bassa, dando l’esempio. Saveriano Infantino ancora assente per via di un problema muscolare.
Fiorenzo Pala