E’ giunta al capolinea l’esperienza di Andrea Prato come responsabile del settore giovanile della Torres. Dopo una tribolata stagione che ha visto la gestione del vivaio rossoblù al centro di continue polemiche e contraddistinta dagli attacchi di Domenico Capitani e dei genitori dei tesserati all’indirizzo dell’eclettico imprenditore cosentino, può dirsi chiuso il rapporto tra questi
E’ giunta al capolinea l’esperienza di Andrea Prato come responsabile del settore giovanile della Torres. Dopo una tribolata stagione che ha visto la gestione del vivaio rossoblù al centro di continue polemiche e contraddistinta dagli attacchi di Domenico Capitani e dei genitori dei tesserati all’indirizzo dell’eclettico imprenditore cosentino, può dirsi chiuso il rapporto tra questi e la società rossoblù. Un divorzio che rischia di lasciare strascichi e veleni. L’insofferenza del presidente nei confronti di Prato (che entrò in società al fianco di Filippo Salaris al termine della stagione del ritorno al professionismo) era ormai diventata di dominio pubblico già lo scorso dicembre, quando le chiacchiere sul trattamento riservato ai ragazzi avevano indotto Capitani a operare alcuni accorgimenti per “evitare ulteriori polemiche e restituire la giusta serenità all’ambiente”. Venne allora nominato formalmente un gruppo di lavoro composto dal trio Nucifora-Patalano-Boncore, i quali avrebbero dovuto sovrintendere e affiancare Andrea Prato nella gestione del settore giovanile.
Una tregua in un matrimonio da sempre burrascoso. Dopo le prime riunioni di luglio volte alla programmazione della stagione 2014/2015, Capitani accordò a Prato la gestione triennale della cantera rossoblù. Prato s’impegnava a ricostruire il settore giovanile della Torres e a sostenere le spese in Sardegna (nel complesso avrebbe investito circa 50 mila euro), mentre il patron garantiva le liquidità necessarie a coprire i costi per le trasferte. Lo scontro, però, arrivò presto e durante una cena i due giunsero a una lite verbale che di fatto fece calare il sipario sul rapporto. Prato, forte del suo contratto, tirò dritto per la sua strada barcamenandosi in un mondo e in un ambiente che doveva ancora scoprire. Capitani iniziò una logorante battaglia di posizione culminata con le dure e sibilline parole pronunciate nel corso del post Torres-Renate, ultima di campionato: “Siamo ultimi in tutto, non si può continuare così, ho bisogno di gente di calcio”. Una chiara delegittimazione.
Tante le critiche, numerose le accuse ricevute a testimoniare un generale scontento dei ragazzi e delle famiglie. La società, come detto, mise in moto sin da subito diverse manovre per cercare di rimuovere Prato, compresa la convocazione del procuratore Daniele Piraino, il quale a fine novembre cominciò a presenziare i campi di allenamento per osservare da vicino la realtà Torres e stilarne un report, consegnato a Manolo Patalano, tutt’altro che positivo. “Non intendo fermarmi qui – minacciò un indignato Piraino – almeno sino a quando Prato non si farà da parte, perché quanto ho visto in due settimane di allenamenti e quotidianità è a dir poco scandaloso“. Allora Prato riuscì a stoppare l’ingombrante “messo” di Capitani rispondendogli a tono e accusandolo senza giri di parole di voler approdare alla Torres esclusivamente per favorire i propri tornaconti. L’ultimo assalto, che si accompagna alle indiscrezioni che vorrebbero una cordata umbra pronta a investire nella Torres (sembra proprio nel settore giovanile) e la volontà di coinvolgere ex bandiere rossoblù per il nuovo corso, ha definitivamente piegato la resistenza dell’ormai ex responsabile delle giovanili della Torres. Prato esce dunque di scena confidando ai suoi più stretti collaboratori che non ci sono più le condizioni per proseguire. Contratto rescisso unilateralmente da parte della società e carta bianca consegnata proprio a Piraino per l’allestimento delle rose per la stagione ormai alle porte.
Matteo Sechi