La cornice del VII Mellano Beach Contest è stata l’occasione per incontrare Giuliano Samoggia. Il cestista sardo, reduce dalla promozione in A2 con la gloriosa maglia della Fortitudo Bologna, non ha voluto mancare alla tre giorni cestistica cagliaritana in memoria dello sfortunato Enrico Mellano. “La promozione con la Fortitudo è stata una grandissima emozione –
La cornice del VII Mellano Beach Contest è stata l’occasione per incontrare Giuliano Samoggia. Il cestista sardo, reduce dalla promozione in A2 con la gloriosa maglia della Fortitudo Bologna, non ha voluto mancare alla tre giorni cestistica cagliaritana in memoria dello sfortunato Enrico Mellano.
“La promozione con la Fortitudo è stata una grandissima emozione – dice Samoggia ai nostri microfoni – a Forlì c’erano 7mila persone a sostenerci: una cosa abbastanza anomala per un campionato come la Serie B. La maggior parte di Bologna è fortitudina, dunque avevamo il popolo dalla nostra. E’ stato un percorso abbastanza travagliato, con un cambio di allenatore in corsa. Boniciolli ha portato un sistema da Serie A. E’ stata dura inserirsi, ma ne è valsa la pena. La Fossa? Mi rimarrà impressa a lungo. Mi ha segnato. E’ stato fantastico.”
L’avvicendamento in panchina tra Vandoni e Boniciolli ha coinciso con un calo netto nelle cifre dell’ala ex Dinamo, che nella prima parte di stagione aveva viaggiato quasi a doppia doppia di media: “Boniciolli ha ridistribuito i minutaggi – spiega Samoggia – inserendo un giovane che non veniva sfruttato. Il taglio di Vandoni, poi, ha coinciso con l’arrivo di Italiano e Carraretto, dunque il roster si è allungato. Bisognava fare così perchè l’intensità era molto alta, e in dieci gli sforzi erano maggiormente distrubuiti”.
Ora, per Samoggia, si profila una nuova avventura a Orzinuovi (LEGGI QUI). Anche perchè la Fortitudo, nonostante il caos-Lestini, punterà su Boniciolli, dunque la separazione è inevitabile: “E’ stato un bell’anno, ma non sono il tipo di giocatore adatto alle sue idee”.
Intervista di Roberto Rubiu
Immagini di Gianluca Zuddas e Fabio Frongia