Cagliari, Giulini duro: “Via Zeman, ennesimo fallimento stagionale. Assurdo strumentalizzare irruzione di 20 tifosi”
Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, ha parlato ai microfoni di Sky Sport 24 dopo l’ufficializzazione delle dimissioni di Zdenek Zeman. “Sì sono molto amareggiato – dice il numero uno da viale la Playa – è l’ennesimo fallimento di questa travagliata stagione. Prendiamo atto della decisione di Zeman e andiamo avanti. Il mister mi ha spiegato le sue ragioni, il perché preferisse lasciare adesso l’incarico. Dovrebbe parlare con voi oggi pomeriggio. Credo sia giusto che dica lui i motivi della sua decisione. Era una scelta normale alla luce delle difficoltà della squadra e delle ultime partite”. Spazio anche per un mea culpa: “Forse al primo anno servivano scelte diverse dal punto di vista dell’allenatore rispetto a Zeman e Zola. Magari all’esordio di una proprietà qualche scelta più conservativa poteva essere utile e redditizia. Detto ciò, io allenatori come Zeman e Zola, umanamente e tecnicamente, li prenderei sempre. I risultati, questo è certo, non sono buoni, ma è banale dirlo. E questo pone ogni nostra iniziativa extra-calcio in secondo piano”.
Il patron passa poi al tema relativo agli ultras e all’irruzione ad Assemini venerdì. “Non credo proprio abbia influito – continua Giulini – ad Assemini c’erano 20-30 tifosi, non è stato un fatto che ha scioccato il mister. Credo siano numeri da Eccellenza, non da Serie A, inoltre Zeman ha allenato piazze ben più calde e non può essersi scosso per ciò che è successo venerdì”. Ancora sulla stagione disastrosa: “Purtroppo dopo il primo tempo di Empoli, dove potevamo e meritavamo essere davanti di tre gol, non si è mai visto un Cagliari zemaniano nel secondo mandato”. Il tecnico risponde poi alle domande sulla grana ultras: “Sono venuti ad Assemini in 20-30, eravamo in ritiro da una settimana e ci aspettavamo che qualcuno potesse venire a contestarci. Ho letto cose assurde su Avelar, Dessena e notti brave. Che Cossu frequenti gli Sconvolts lo sanno tutti, se Conti fa lo stesso non lo so, ma se lo facesse nei suoi momenti liberi non mi riguarda”. I toni sono forti: “Sono cose che rovinano una società – dice Giulini – penso alla possibile cessione di un Avelar, che la società non piazzerà mai dopo queste voci. Qui a Cagliari non è Milano, se un giocatore fa le notti brave lo sanno tutti dopo un secondo. A Cagliari abbiamo fatto i fatti, tra Casteddu Village, iniziative sul tifo sano, sul raggiungere lo stadio in bicicletta e tanto altro. Spero di poter fare qualcosa di buono a Cagliari, dallo stadio nuovo in avanti”.
Si è mai sentito abbandonato in queste iniziative? “No, mai. Però credo che in ottica nazionale, alla luce della campagna mediatica che condivido contro il tifo violento, è stato strumentalizzato il gesto di venerdì ad Assemini, dove 25 tifosi sono venuti a chiedere spiegazioni con toni alti (ha ragione Zeman a dire che non c’è stato confronto, precisa Giulini) in maniera comprensibile. E’ chiaro che alcuni giocatori giovani e stranieri, oltre al mister che ha una certa età e merita rispetto, siano rimasti scossi. Cavalcare l’onda e sbattere i giocatori in prima pagina è davvero sbagliato. Conti sulla fascia da capitano ha il nome dei suoi figli, ha il ricordo dello Scudetto del 1970. Se mi avesse chiesto di poter portare la fascia da capitano con la scritta Sconvolts gli avrei detto che non era opportuno, ma ogni voce su punizioni da parte del club verso qualsivoglia giocatore non ha senso. Un paio di mesi fa ho parlato con una settantina di tifosi del gruppo Sconvolts, e potei esprimermi civilmente. Venerdì scorso non è stato possibile, non mi piace quel che è successo e non mi piace la strumentalizzazione parlando di botte, schiaffi”.
C’è spazio infine anche per un mea culpa da parte del presidente sulle scelte che hanno determinato il fallimento sportivo della stagione: “Abbiamo preso dei rischi che dovevano essere valutati meglio. Con Zeman poteva essere tutto più bello, ma le cose non sono andate come avremmo sperato. Forse una scelta più conservatrice sull’allenatore poteva essere più opportuna”.