Dinamo Sassari-GTG Pistoia, sala stampa – Sacchetti: “Buon break, poi spenta la luce. Quintetto italiano? Un caso…”
Queste le parole di coach Meo Sacchetti dopo la bella vittoria dei suoi contro la Giorgio Tesi Group Pistoia nella seconda giornata di ritorno. “Oggi non siamo partiti bene a livello di aggressività. Pistoia ci ha messo in difficoltà quasi subito, poi siamo riusciti a fare questo break sul quale abbiamo costruito la vittoria. Ad un certo punto, nel terzo quarto, pensavamo già alla prossima partita, smettendo di attaccare il canestro e di lottare Pistoia ha potuto rientrare. I canestri di Logan e Brian Sacchetti hanno poi chiuso la partita”.
Ad un certo punto si è visto il quintetto italiano. “Sì, c’erano problemi di falli per Logan e Dyson e non volevo rischiare di perderli nella fase calda. Brian stava giocando bene, Vanuzzo è una garanzia e quindi è capitata questa situazione di 2′ con il quintetto “tricolore”. Inoltre mancava Sosa (in non perfette condizioni ndr) ed è stato necessario”. Si conferma che con un italiano in quintetto la squadra gioca meglio: “Io la metterei più su una questione di valore tecnico e umano, non di passaporto. Devecchi sta crescendo giorno dopo giorno, oggi Formenti non era al meglio, Vanuzzo lo conosciamo, Brian e Chessa danno sempre il loro apporto”.
“Giocare contro Pistoia non è mai facile, perché in trasferta sono temibili. Hanno vinto a Cantù e Varese, è vero che a loro mancavano un paio di giocatori, come è vero che il nostro roster è più lungo e quindi abbiamo potuto sopperire meglio di loro alle defezioni. Pistoia ha avuto il merito di crederci sempre, anche sul -20. A questi livelli basta un attimo per crearsi problemi, noi ci siamo addormentati, meno male che avevamo più 20 punti di vantaggio…”.
22 punti di Brian Sacchetti, seconda partita di fila molto positiva. “Ha fatto canestro da 3, è in fiducia e siamo contenti. Il record di punti in Serie A? Sì, il babbo però ne aveva fatti 36 una volta…”. E via di risata in sala.
Così invece Paolo Moretti, tecnico della squadra toscana, battuta nettamente sul parquet sassarese: “Abbiamo avuto un approccio alla partita molto buono, abbiamo avuto la forza di attaccare sino al ferro senza paura dell’atletismo di Sassari. E’ stato fatale il secondo quarto, nel quale abbiamo perso pazienza che avevamo avuto all’inizio. Abbiamo cominciato a perdere tanti palloni, e contro le squadre di Sacchetti questo diventa mortale. Si è creato il solco, il break decisivo che poi era francamente difficile recuperare”. Cosa è successo nel secondo quarto? “Non abbiamo avuto la forza di attaccare, cosa che invece avevamo avuto la lucidità di fare come da piano partita nelle prime battute del match. Palle perse nostre e transizione sassarese hanno deciso il match. Al rientro dagli spogliatoi loro hanno infilato quattro bombe per le quali ci sono da fare solo complimenti a dei giocatori che sono più forti di 4-5 volte rispetto ai miei giocatori. Sotto di 20 punti siamo stati orgogliosi, anche se rimettere in piedi il match era oggettivamente impossibile”.
Brian Sacchetti dice la sua dopo una grande prestazione. “Dovevamo vincere e convincere. La prima cosa l’abbiamo fatta, la seconda soltanto a sprazzi. Abbiamo messo tutti un mattoncino per questi due punti, penso che mettendo il sedere per terra e aiutandoci arriveremo lontano. Sono contento di quello che oggi ho dato alla squadra. Quando vinciamo siamo tutti felici, poi se riesco a tirare fuori una prestazione come quella odierna ovviamente l’umore è ancora più positivo”. Una Dinamo sempre più italiana. “Dico sempre che noi italiani quando entriamo dobbiamo dare il 100%, e anche di più, sotto tutti gli aspetti. La squadra si giova del contributo dei cosiddetti gregari, e questo si vedrà ancor di più con il prosieguo della stagione. Non mettiamo fretta a Jeff (Brooks ndr) che è un giocatore davvero importante, lo aspettiamo”. Meo Sacchetti, coach e papà di Brian, ha aumentato il numero di elementi utilizzati. “Se uno che è 11° o 12° nelle rotazioni e si merita lo spazio è giusto che rimanga sul campo. Tutti devono potersi mettere in luce. Se qualcuno fa qualcosa di buono è giusto che giochi. Dyson da playmaker? Diciamo che è un giocatore molto intelligente, talentuoso e che talvolta va fuori giri. Ha capito che non può essere solo un finalizzatore, soprattutto in partite come quella di oggi dove mancava Sosa. Siamo tutti a disposizione sua, perché è un leader tecnico importante”.
dall’inviato Eleonora Secchi