Gian Maria Cadoni, primo sardo campione d’Italia: 2 partite (contro Ausonia e Juventus) per fare la storia
Ben documentata, seppur breve, è la presenza di Gian Maria Cadoni nella neonata Internazionale di Milano. A 2 anni dalla nascita, la squadra vinse il suo primo Scudetto nel 1909-10, dopo un forsennato testa a testa con i “leoni” della Pro Vercelli, veri mattatori dei tornei di quegli anni, con 5 titoli (1908 e 1909, 1910-1911, 1911-1912, 1912-1913) a “circondare” quello interista. Gian Maria Cadoni nacque a Villanova Monteleone, in provincia di Sassari, il 31 dicembre 1888 – da notizie fornitemi dal sig. Baldassare Ruiu, il Cadoni di Venanzio e Domenica Pintore, si sposò a Varese il 24 Settembre 1923 con Ida Alini e ivi morì il 20 Settembre 1976 – esattamente 30 anni prima di Pietro Carta, il primo sardo a giocare in Serie A.
INTERNAZIONALE-AUSONIA – Cadoni disputò con l’Internazionale i primi due incontri del vittorioso torneo e realizzò una rete. Secondo la cronaca de La Gazzetta dello Sport dell’8 novembre 1909, riguardante gli incontri del giorno precedente, a Milano si giocava la prima giornata di campionato. Curioso osservare che la cronaca calcistica era relegata in quinta pagina dopo ciclismo, ippica, scherma e atletica. Le partite in programma erano Internazionale contro Ausonia, altra gloriosa formazione milanese, e a seguire la forte Unione Sportiva Milanese opposta alla corazzata Genoa. L’incontro dei neroazzurri cominciava alle 15 guidato dall’arbitro Recalcati dell’U.S.M., la cronaca ci riporta che la giornata era mite e il pubblico non troppo numeroso, ma abbastanza rumoroso. La partita è parecchio fallosa tanto che al 5’ l’arbitro assegna un penalty all’Internazionale per un fallo di Crivelli. Zoller calcia, il portiere Quirel para, ma Engler realizza in mischia. Durante tutta la prima frazione i neroazzurri mantengono l’iniziativa e sforano varie realizzazioni con diverse discese di Schuller ben sostenuto da Cadoni e da Payer. Per contro l’Ausonia si rende pericolosa con Bontadini, futuro Campione d’Italia con l’Inter nel 1919-20 dopo aver combattuto nella Grande Guerra, e con Verga. Nella ripresa l’Ausonia, più motivata, coglie il pareggio con Scannagatta dopo un batti e ribatti con il portiere Muller. Il gioco si anima e l’Internazionale riprende in mano l’incontro con gli avversari che si difendono con impeto. Improvvisamente i neroazzurri passano in vantaggio per merito di una bella azione di Cadoni, ma sono raggiunti, ancora una volta, dopo appena dieci minuti con un’ulteriore rete di Scannagatta, lesto a sfruttare un’ indecisione di Moretti che era scivolato al momento di respingere il pallone. L’incontro si chiude con i futuri campioni d’Italia protesi in avanti nel vano tentativo di aggiudicarsi l’incontro.
JUVENTUS-INTER – Una settimana dopo, sempre secondo la cronaca che ci riporta la Rosea, a Torino, i milanesi sono ospiti della Juventus. La giornata è grigia e fredda, ma il pubblico non si fa intimorire e concorre in gran numero. La Juventus passa quasi subito in seguito ad un calcio di punizione di Frey, il quale passa a Borel che fulmina Muller. Dopo parecchi ed infruttuosi attacchi dei lombardi Peterly sbaglia clamorosamente una rete a pochi passi dalla porta: si chiude il primo tempo. La seconda frazione si svolge sulla falsariga della prima e Penanno, portiere della compagine bianconera, è costretto più volte a sventare diversi palloni indirizzati verso la sua rete. Nonostante gli sforzi, i neroazzurri non riescono ad agguantare il pareggio ed anzi con un azione fortunosa sempre Borel sigla il raddoppio. La mazzata non spegne l’ardore del biscione, che a più riprese arriva vicina alla segnatura, ed in una di queste a Penanno battuto ci pensa il difensore Mastrella a sventare la minaccia. Cadoni gioca così a Torino la sua seconda ed ultima partita, di una breve carriera, che in ogni caso lo vedrà annoverato tra i primi Campioni d’Italia del team milanese, e primo sardo a conquistare un titolo nazionale e a militare in una società di Prima Categoria (Serie A di allora).
Prima di Cadoni, tra le fila dell’Udinese che vinse un campionato Italiano ante litteram nel 1896 (la federazione, infatti, nacque solamente due anni dopo, e con un regolamento particolare). giocò anche un certo Efisio Tolu, sul quale le informazioni finora emerse sono scarne e non permettono un’adeguata ricostruzione del personaggio. Il torneo era organizzato dalla Federazione Italiana di Ginnastica. Dopo il Cadoni e il Tolu, finalmente un calciatore sardo milita per la prima volta in serie A, si tratta di Pietro Carta, nato a Bosa il 30 dicembre 1918. Dopo aver militato per alcuni anni nelle fila del Manfredonia prima, in compagnia di Mario Stua, passò poi al Pescara guidato da Bonello, allenatore che poi sarà l’artefice dell’esplosione del più grande cannoniere sardo di tutti i tempi: Renato Raccis. Carta, giunto al culmine della sua carriera, debuttò nella massima serie neppure ventiduenne il 06 ottobre 1940 con la maglia del Livorno, in uno sfortunato incontro perso per due reti ad una contro i neroazzurri dell’Atalanta. Nell’arco del torneo 1940-41 totalizzerà 13 presenze realizzando 3 reti.
Mario Fadda