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Basket Femminile – Niente soldi dalla Regione: Cus, Virtus, Astro, San Salvatore e Mercede minacciano il ritiro dal campionato
Postato il 26 Nov 2014
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Il mondo della pallacanestro femminile isolana è nel caos dopo l’annullamento dei rimborsi stipulati con Sardegna Promozione. Oggi pomeriggio, le cinque maggiori realtà sarde della palla a spicchi femminile, hanno emesso un comunicato congiunto, nel quale si paventa nientemento che un immediato ritiro dai campionati. Una presa di posizione dura, che non mancherà senz’altro di suscitare delle reazioni nel mondo della politica isolana. Nei giorni scorsi, Gigi Ruggeri, consigliere del PD, aveva raccontato a Sardegnasport la seduta dello scorso 20 novembre, quando lo stanziamento di 885mila euro destinato alle “associazioni sportive dilettantistiche che partecipano ai campionati nazionali ed europei” era stato bloccato.
Ecco, per intero, il testo della nota stampa:
Le società sportive di basket femminile della Sardegna: Astro Cagliari (A2), Cus Cagliari (A1), Mercede Alghero (A2), Virtus Cagliari (A2) e San Salvatore Selargius (A2), vista l’impossibilità nel poter proseguire l’attività sociale programmata con la prima squadra, che disputa un campionato nazionale (A1 per il Cus Cagliari, A2 per tutte le altre), a seguito dell’incomprensibile revoca e conseguente annullamento dei rimborsi di spesa sostenuti per le spese pubblicitarie relative ai contratti stipulati con l’agenzia Sardegna Promozione, considera e valuta come imminente la possibile astensione dai suddetti campionati con il ritiro delle rispettive formazioni.
Una decisione che sicuramente creerà ulteriori danni economici alle società di cui sopra, con l’arrivo di multe e declassamenti sportivi nelle categorie di appartenenza, ma di certo interromperà un ulteriore indebitamento e aggravio di spese che, per alcune, potrebbe essere fallimentare.
Si è giunti a questa conclusione al termine di un lungo periodo di attese e disponibilità da parte delle forze politiche regionali che prospettavano interventi di aiuto, mai arrivati. Soltanto promesse sempre slittate nel tempo.
Il mancato rimborso dei contributi di cui sopra, per i quali la rendicontazione è stata già prodotta nel mese di aprile 2014 (entro i termini stabiliti dalla stessa Agenzia Regionale come del resto si evince dal contratto stipulato e firmato dalle parti), ha prodotto diversi problemi economici alle predette società, creando una voragine al portafoglio di liquidità utile al proseguo dei campionati.
A questo si vuole aggiungere il cronico ritardo nell’erogazione dei contributi sportivi stanziati, riferiti agli anni precedenti (2012 e 2013) e, a tutt’oggi, non ancora saldati, e la totale assenza di risposte alle domande delle istituzioni sportive isolane (presidente del Coni Sardegna e Presidente del Comitato regionale della Federbasket) che sono i portavoce delle problematiche delle società sportive verso le istituzioni politiche, ma anch’esse si sono rivelate inascoltate.
Una situazione di disagio, ancora più grave per quanto riguarda il Cus Cagliari che, avendo, nel mese di settembre di quest’anno ricevuto promesse economiche, grazie anche alla delibera regionale n. 34/13 del 2 settembre 2014 con la quale si promuoveva l’immagine unitaria della Sardegna attraverso azioni co-marketing, dove si confermava che l’operato, fatto dalla società universitaria (assieme ad altre realtà sportive isolane che disputano campionati nazionali e partecipano a manifestazioni internazionali) negli anni precedenti era, indubbiamente positivo. Ma anche questo è stato d’improvviso negato.
Questo conferma la confusione e la poca chiarezza da parte delle stesse istituzioni Regionali che, grazie alla delibera sopracitata, proprio nel mese di settembre, hanno fatto indebitare le società, facendole assumere gravosi impegni economici, per poi disfare tutto. A confusione si è aggiunta confusione.
Tutto questo fa ben capire lo stato di difficoltà estrema nel quale versano le società sportive che, da decenni, cercano di portare in alto il nome della Sardegna, ma nel contempo svolgono una importantissima azione sociale nei confronti di tanti giovani atleti che scelgono lo sport piuttosto che altre strade.
Questo vuol essere il tragico grido di estrema difficoltà raggiunto dalle suddette società,che confidano in un intervento immediato quanto risolutivo, per la sopravvivenza dello sport in Sardegna.