Giana Erminio-Torres, la sala stampa – Le parole di Costantino, Albè e Giuffrida

Massimo Costantino (foto: Selena Tagliabue – SardegnaSport)
Non c’è tre senza tre. Alla Torres non riesce il filotto e dopo le due brillanti vittorie casalinghe cade in quel di Monza al cospetto di una Giana Erminio non certo irresistibile ma comunque coriacea e battagliera da riuscire a portar a casa l’intera posta. Si perde per un calcio di rigore trasformato al 12′ della ripresa, ma anche per l’incapacità di graffiare con efficacia dalle parti del portiere locale Ghislanzoni. C’è poi da considerare un terzo fattore, un primo calo fisico manifestatosi nella ripresa che ha fatto perdere ordine e tranquillità ai rossoblù, anche se il mister rossoblù Massimo Costantino smentisce quest’ultima causale. “Non credo ci sia stato un calo, le energie ci sono venute dopo lo svantaggio. Penso che il calcio di rigore abbia spezzato l’equilibrio della gara, dopo un primo tempo troppo assonnato. La ripresa è stata senza dubbio più vivace, con un nostro finale anche arrembante, ma non abbiamo capitalizzato le occasione create”. Primo tempo certamente meno spettacolare, però la Torres aveva dimostrato di poter gestire l’avversario: “E’ vero, nel primo tempo avevamo più campo, però dopo i primi 20′ non abbiamo più sfondato e la due squadre si sono equivalse”. Il rigore resta molto dubbio, Marchetti ha toccato con il braccio comunque attaccato al corpo. “Se è andata come dice lei (replica il mister rispondendo a un giornalista locale ndr) il rigore non c’era, quindi decidete voi. Poco importa comunque, abbiamo avuto le nostre occasioni e se abbiamo perso è

Giovanni Giuffrida (foto: Selena Tagliabue – SardegnaSport)
perché siamo stati meno bravi. Non siamo stati brillanti, però a mio modesto avviso se avessimo pareggiato avremmo avuto il risultato più giusto”. Cambia qualcosa adesso? “Abbiamo rallentato la nostra straordinaria corsa, lavoreremo sodo per farla ripartire domenica prossima. Fa male perdere, ma questo è un campionato equilibrato, lo ripeto da tempo”.
Ha corso come sempre e toccato una miriade di palloni. Sempre tra i più positivi, Giovanni Giuffrida, è stato anche oggi leader incontrastato della mediana. La sua disamina non si discosta da quella del suo mentore: “Nel primo tempo avremmo dovuto sfruttar meglio le ripartenze, perché abbiamo disputato un’ottima prima parte di gara dove loro sono andati in difficoltà. Nella ripresa poi abbiamo sofferto la fisicità dei loro attaccanti e la loro partenza sprint ci ha messo in crisi, specie sulle seconde palle. Il rigore? Marchetti mi ha detto che il braccio ce l’aveva vicino, io potrei anche dire che non c’era però sono di parte. Diciamo che a volte si dà e a volte no. In questo caso siamo stati sfortunati e di certo c’è che ha spezzato la partita e l’equilibrio”. Questa Serie C non ammette certezze. “E’ un campionato duro, perché nessuno regala niente. Noi venivamo da una vittoria contro una corazzata e la sconfitta di oggi fa capire che nessuna partita deve essere data per scontata. Dobbiamo subito voltare pagine e preparare la partita con il Mantova per riprendere la corsa”.
Dà spettacolo Cesare Albè. La sua conferenza stampa, dopo una breve analisi sulla partita, si esaurisce con un paterno rimbrotto

Cesare Albè (foto: Selena Tagliabue – SardegnaSport)
verso i suoi ragazzi, invitati a tirare fuori gli attributi perché bisogna imparare a soffrire. Un inizio titubante, poi la squadra nella ripresa è venuta fuori: “Siamo partiti male – ammette Albè – un po’ come contro il Monza, dove abbiamo rimediato una sconfitta che ci ha fatto perdere tante sicurezze. Poi però ci siamo ristabiliti e alla fine chiudiamo la settimana con tre punti in più in classifica. Ben vengano, ma dobbiamo crescere ancora tanto sotto il piano della responsabilità e della determinazione”. La miccia si accende quando gli si fanno notare le tante ammonizioni tra le file degli azzurri in avvio. “Giustifico solo quella di Solerio, le altre sono state totalmente gratuite. Questi ragazzi devono imparare a non piangere dalla mamma se le cose non vanno come si vorrebbe. Devono capire in che campionato siamo, che se lo sono guadagnato e che devono cambiare atteggiamento se lo vogliono mantenere. Non esiste che si stupiscano e perdano lucidità se le altre squadre ci sono superiori. Se l’Inter negli anni ’60 vincendo 1-0 difendeva in 5, non vedo per quale ragione si debbano stupire se lo facciamo noi!”.
Dall’inviato Matteo Sechi