Torres femminile – Esordio a Pordenone, ma i riflettori non si accendono più
Nel segno di una discontinuità che lascia vagamente perplessi. La Torres si avvicina al debutto in campionato e sabato pomeriggio sarà di scena al “Bottecchia” di Pordenone dove andrà a far visita alla Graphistudio, squadra classificatasi al settimo posto nello scorso torneo, quando le friulane a fronte delle rossoblù rimediarono un doppio 2-0. Per la prima volta dopo sette anni vissuti da assoluta protagonista, la squadra di Silvetti non partirà con i favori del pronostico per la vittoria finale. Tanti, troppi gli addii pesanti: Stracchi, Iannella (acquistate dal Mozzanica) e Maendly, Fuselli, Panico (finite al Verona). Le stelle sono dunque tramontate verso altri lidi che sognano ora di poter dare del filo da torcere alla corazzata Brescia, mentre la Torres ha operato quell’inevitabile ridimensionamento che il passaggio di consegne Marras-Capitani, resosi necessario a seguito del polverone sul ritardo dei rimborsi, non ha potuto scongiurare: spazio alle giovani, come la promettente Manuela Giugliano (trequartista classe 1997 ex proprio del Pordenone che ha fatto sfracelli con la Nazionale Under 17), le spagnole Serrano, Flaviano e Perez e la portoghese Marujo. Tante anche le aspettative riposte su Galli, lo scorso anno chiusa dalla concorrenza, e su Pinna, tornata all’ovile dopo la tormentata esperienza all’Oristano. A fare da collante e sostegno a un gruppo ampiamente rinnovato tre autentiche colonne del calcio rosa italiano: capitan Tona, Bartoli e Domenichetti.
A partire con i favori del pronostico saranno dunque Brescia e Verona, con la Torres che cercherà di recitare la parte del terzo incomodo senza pressioni di sorta. A lasciare qualche dubbio, però, più che il calo dei valori tecnici della rosa, è l’aspetto societario, con i soli Francesco Muggianu e Adriano Piredda che attualmente sorreggono la baracca impiegando le proprie risorse, umane ed economiche. Il cambio di guardia della pluridecorata dirigenza con una totalmente (o quasi) a digiuno di calcio femminile sta ponendo non pochi interrogativi. Da un punto di vista logistico primariamente – alloggi e trasferte non all’altezza della situazione – e da un punto di vista prettamente organizzativo, specie nei rapporti da mantenere con la UEFA, dove documentazione e burocrazia non sono proprio inclini a deroghe e approssimazioni. La sensazione è che il matrimonio con la realtà maschile abbia di fatto spento i riflettori sul club più titolato d’Italia e quinto nel ranking europeo. A questi livelli non ci si può certo permettere improvvisazione, così come non ci si può permettere il silenzio assordante percepito in seguito alla fusione. Ecco perché, con il campionato che bussa alle porte, viene da chiedersi che fine abbiano fatto il sempre aggiornato sito ufficiale della squadra con i connessi profili social Facebook e Twitter e se davvero una società di Serie A con in bacheca 7 titoli nazionali possa fare a meno di quella comunicazione che ne aveva fatto riverberare il nome in tutta Europa. Occorre un’inversione di rotta per evitare rimpianti e per non scivolare in un’amara e ridicola dimensione di subalternità.
Matteo Sechi