Davide Moi: “Albinoleffe difficile da rifiutare. Tutti noi sardi vorremmo giocare nell’Isola”
Poteva vestire il rossoblù della Torres sei mesi fa, si accontenterà di essere allenato da un tecnico, Alessio Pala, con origini sarde e fortemente legato alla Sardegna. Davide Moi, 29enne cagliaritano, cambia maglia ma non regione, passando dalla Cremonese all’Albinoleffe, e sfiderà anche i sassaresi nel girone A della Lega Pro.
“L’Albinoleffe mi ha chiamato in estate e non ho esitato ad accettare il loro progetto. E’ una realtà dove si fa calcio in modo serio, cercando di far crescere i giovani del vivaio al fianco di alcuni elementi più esperti, tra cui il sottoscritto. Ho accettato subito perché il momento è quello che tutti conoscono, non è facile ottenere un contratto alla mia età, e l’Albinoleffe mi ha proposto un triennale difficile da respingere al mittente”.
L’Albinoleffe è partito male, con la sconfitta ad opera del Renate. Un k.o. che qualcosa ha detto sulla stagione dei seriani: “La partita di domenica ha dimostrato che non tutti i nostri ragazzi possono far parte, da subito, di un progetto così importante. La Serie C ti espone a pressioni e prestazioni in campi caldi: serve personalità, qualche ragazo ha bisogno di più tempo per raggiungere un certo livello. La società sta lavorando nel modo giusto, l’obiettivo è quello di fare un buon campionato, con la consapevolezza che avere in organico tanti ragazzi della Berretti (che ha vinto l’ultimo campionato ndr) del 1994, ’95 e ’96 può far incorrere in qualche incidente di percorso”.
Che estate ha vissuto Davide Moi, in uscita dalla Cremonese? “Sicuramente non facile, è stata più lunga rispetto agli anni passati, perché uscire da due anni alla Cremonese ed essere senza contratto non è una bella situazione. Fortunatamente è arrivata questa opportunità e non potevo che coglierla al volo”.
Il blu-celeste dei seriani poteva essere rossoblù sassarese, almeno a gennaio 2014. Non, a sentire Moi, in queste settimane di mercato estivo: “Avevo avuto dei colloqui con il direttore Nucifora a gennaio, perché ci conosciamo dai tempi di San Benedetto. Avevo dato disponibilità ma alla fine non si era concretizzato alcunché, anche perché passare da un campionato di vertice con la Cremonese ad una Seconda divisione ‘in salita’ come quella che stava disputando la Torres non valeva la pena. Quest’estate non c’è stata nessuna chiamata, per cui non si può nemmeno parlare di proposte rifiutate o cose di questo tipo. Mi sarebbe piaciuto avvicinarmi a casa, giocare in una società come la Torres che ha obiettivi ambiziosi e rappresenta tanto per la nostra terra”.
Si è parlato molto di sardi che rifiutano la maglia torresina. “Non credo che i sardi rifiutino di giocare nella Torres. Penso che se a me o altri giocatori contattati a gennaio, penso a Marco Mancosu, fossero state fatte proposte concrete l’accordo si sarebbe trovato. Penso sia necessario puntare sui giocatori sardi, che non sono inferiori ai ‘continentali’ che spesso vengono acquistati perché ‘ad effetto’ presso la tifoseria. Giocare in Sardegna, per noi, ha un fascino particolare”.
Intanto sarà girone A, quello settentrionale. E’ opinione comune che il girone C sia il più ostico. “Da noi ci sono tante squadre di prima fascia con ambizione, come Vicenza, Venezia, Cremonese e Alessandria, che da anni spendono e programmano la promozione. Troveremo giocatori importanti e serviranno concentrazione e determinazione. Il girone meridionale è senza dubbio il più ostico per fattore ambientale e qualità di giocatori che vedo nei vari organici. In un’ipotetica scala, metto il girone C, poi il girone A e quindi quello del centro-Italia, dove ci sono molte società piccole ed emergenti con poca tradizione a questo livello”.
Fabio Frongia