A poco più di due settimane dalla fine del mercato, il Cagliari di Zdenek Zeman si candida come la vera regina di questa sessione estiva, se non altro per il numero di operazioni ratificate, in attesa che il verdetto del campo dica qualcosa in più. Che Tommaso Giulini fosse un personaggio completamente diverso da Massimo Cellino, nel modo di lavorare e pianificare, era già prevedibile a tanti. Se con l’imprenditore sanlurese si cercava (riuscendoci) di confermare la rosa e migliorarla con piccoli innesti mirati, in mezzo a tanti carneadi in arrivo ad ogni sessione, con Giulini la musica è cambiata.

Certo, dobbiamo considerare che questo è l’anno zero, ma a Cagliari non si erano mai visti tanti giocatori nuovi in un solo colpo. Un tipo di politica che divide il pubblico cagliaritano. I più ottimisti sognano già l’Europa, appoggiano il mister e apprezzano l’operato del direttore sportivo Francesco Marroccu. Altri, invece, rimangono più cauti. La squadra è completamente diversa rispetto alla passata stagione, prevale la linea verde come auspicato dal tecnico nella conferenza stampa dello scorso 2 luglio. Anche nella gestione Cellino, comunque, si possono riscontrare alcune campagne acquisti che possono in un certo senso affiancarsi a quella attuale.

Per esempio quella del 2007. In quell’estate tanti giocatori che contribuirono alla promozione in Serie A nel 2004 lasciarono il rossoblù, e la squadra fu completamente rifondata. David Suazo fu ceduto all’Inter di Moratti per 14 milioni di euro dopo una lunga trattativa in cui si inserì anche il Milan, che cercò fino all’ultimo di strappare l’honduregno ai nerazzurri per sostituire Andrij Shevchenko, venduto al Chelsea. Andarono via anche Ciccio Esposito, Antonio Langella, Nelson “Guerriero” Abeijon, Simone Pepe, Andrea Capone e Leonardo Colucci. A numerose cessioni seguirono altrettanti arrivi. Vennero ingaggiati i giovani attaccanti Alessandro Matri, Robert Acquafresca, l’argentino Larrivey (voluto fortemente dal presidente), il fantasista napoletano Pasquale Foggia, Andrea Parola e il portiere Vincenzo Marruocco.

Fu anche quella un’estate calda. Ed è forse l’unica in cui il Cagliari, targato Cellino, si mise in evidenza dal punto di vista delle contrattazioni. Cellino può essere ricordato anche per un’altra caratteristica. Durante alcune sessioni di mercato invernali si è potuto permettere di cedere pezzi da novanta con il fine di realizzare plusvalenze non di poco conto. Si potrebbero citare le sessioni di gennaio 2011 e 2014,  in cui il Cagliari, che navigava in posizioni abbastanza tranquille, si privò di elementi che facevano la differenza.

Cellino, personaggio discutibile ma sicuramente astuto imprenditore e uomo d’affari, consapevole che il Cagliari si sarebbe salvato senza problemi, si permise di vendere Alessandro Matri per 15,5 milioni di euro alla Juventus e, all’inizio di quest’anno, Radja Nainggolan alla Roma. E’ ancora presto per dire se Giulini intraprenderà la stessa strada del predecessore, fatta di valorizzazioni e cessioni, scommesse e grandi affari. In che modo, quindi, perseguirà quegli obiettivi sbandierati di recente, a cominciare dalla Champions League nel giro di sei anni. Intanto fronteggia il caso Almunia (LEGGI QUI) e guarda al completamento della squadra, con alcuni nomi usciti fuori che potrebbero diventare giocatori del Cagliari, ma che non sono al riparo dalle sorprese del mercato…

Andrea A. Matacena

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