Silvestrone, il solito Cellino, L’Unione Sarda, l’opinione pubblica e il fattore memoria

Massimo Cellino
Dovevano essere le ore della svolta definitiva per l'”americanizzazione” del Cagliari. Ci si è invece svegliati con l’ennesimo stop sulla strada del cambio epocale. A imprimerlo sono state le dichiarazioni di Massimo Cellino, apparse sulle colonne de L’Unione Sarda (LEGGI QUI), dove nega l’esistenza di qualsivoglia fondo a stelle e strisce, ridicolizza la persona di Luca Silvestrone e attribuisce alla volontà dei tifosi il motivo dell’incontro di una settimana a fa a Miami. In quell’occasione, Cellino rese dichiarazioni di tenore opposto a quelle odierne, con l’emblematico “che dio li benedica” riferito a Silvestrone, Dan Meis e soci (LEGGI QUI), più le foto mostranti sorrisi e strette di mano.
Un vortice di contraddizioni e domande senza risposta, che rimangono e che non sono state certo svelate oggi dal principale gruppo editoriale dell’Isola, dormiente fino a otto giorni fa e poi erettosi a paladino del giornalismo d’inchiesta. Eravamo in periodo pasquale: solo SardegnaSport.com faceva notare il passato di Luca Silvestrone – tra i debiti della sua Servimpresa nei confronti di webmaster, locatori, negozi di arredamento e le millantate amicizie in giro per l’Italia – pur precisando che le macchie del passato non potevano (e non possono) fornire certezze sull’attualità. Quindi le parole dell’onorevole Maurizio Scelli a SardegnaSport.com (“no comment, una vicenda dolorosa che riguarda la mia famiglia” ) e quelle di Dan Meis ancora al nostro giornale (“Mi occupo solo di aspetti architettonici”, ci disse in via Roma il 9 maggio LEGGI QUI), dove smentiva chiaramente la figura di ‘leader maximo’ attribuitagli da Silvestrone. Senza dimenticare l’accantonamento di Davide Antonio D’Arace, autore di quel claudicante studio di fattibilità (le cui immagini vi fornimmo in anteprima e in esclusiva, ricorderete) sul quale però Sindaco e Silvestrone tennero la prima pomposa conferenza stampa.

Luca Silvestrone (foto: Sardegna Sport)
In quei giorni, i signori dell’ex “grande formato” – che con le inchieste di oggi e domani non fanno emergere nulla del bluff cagliaritano – andavano a pranzo con Silvestrone e si intrattenevano in cordiali e ilari chiacchierate radiofoniche, parlando nientemeno che di futuri allenatori, quadri societari e chi più ne ha più ne metta. Poi la svolta della settimana appena trascorsa, e il direttore Anthony Muroni a rivendicare il ruolo di “unici a combattere la battaglia per l’informazione”, criticando la debolezza dell’opinione pubblica. Che però è formata dai media, specie quelli che operano in regime di sostanziale monopolio nel radiotelevisivo come nel cartaceo. Battaglia tardiva, oltre che difficile da spiegare, dopo mesi in cui i suoi redattori hanno avanzato voci mai confermate (vi ricordate di arabi e cinesi?) per poi pendere dalle labbra dello stesso Silvestrone.
E poi c’è Massimo Cellino. L’ennesimo sfogo, stavolta su L’Unione Sarda, ha la stessa legittimità delle parole proferite all’ANSA. A cosa credere? Forse a nessuna delle due sortite, visto che il sanlurese ha sempre saltellato qua e là disorientando e scherzando chiunque. Impossibile prendere per buono ciò che dice, perché domani, cambierà versione. In tutta questa vicenda, ormai semestrale, abbiamo sempre concluso i nostri articoli con un laconico “dipenderà dalla volubilità di Cellino, colui che in definitiva decide”, così come ci lanciammo anche in una previsione giocosa e provocatoria (“scommettiamo che Silvestrone uscirà di scena dicendo che alla fine Cellino si è tirato indietro?”), prima di concludere che Silvestrone, fino a quando non avesse risposto e mosso passi concreti, non meritasse ulteriore inchiostro. Era la fine di aprile.

Massimo Zedda
Non è esente da perplessità il comportamento del Sindaco di Cagliari Massimo Zedda, che pure da aprile 2012 ha gestito impeccabilmente la vicenda Sant’Elia. Se da via Roma avevano (e hanno) tutto il diritto di accogliere proposte e valutarle, senza responsabilità su eventuali ‘bufale’, è lecito pensare che alcuni giudizi circa gli interlocutori (“persone estremamente serie”) e le tre conferenze stampa legittimanti avessero una componente di azzardo. Il suo operato ci parve avventato, e criticammo anche quell’atteggiamento censorio durante l’incontro con i giornalisti del 9 maggio: bando a ogni domanda sul fondo, e anche in modo piccato.
Cosa ne pensano a Palazzo Civico delle ultime evoluzioni? E cosa attendersi dalle prossime ore? Impossibile fare previsioni, in uno scenario schizofrenico per mano delle parti in causa. Da un lato Cellino, dall’altro Silvestrone e soci, che se non vogliono arrendersi dovranno convincere coi fatti. In mezzo l’idea Tommaso Giulini con Fluorsid Group, che appare e scompare, e forse altre non ancora pronunciate. Lasciando intendere che la fine delle telenovela sia ben lontana dall’arrivare. Ammesso che sia mai iniziata…
Fabio Frongia