Grande Fabio Aru, Uran di più e si prende il Giro d’Italia
Il Giro d’Italia riparte dopo il riposo, si è ripartiti da Modena con una tappa pianeggiante, conclusasi, come da copione, allo sprint. Sul traguardo di Salsomaggiore Terme la spunta, per la terza volta in quest’edizione, la maglia rossa Nacer Bouhanni. Il velocista francese ha regolato in volata un sempre piazzato Giacomo Nizzolo e l’ex maglia rosa Michael Matthews. Ottimo Cadel Evans, in rosa, che all’ultima curva evita con astuzia una caduta e si piazza comodamente in nona posizione sul traguardo.
Mercoledi, la tappa ligure. Come da tradizione, molto mossa. È la tappa più lunga del Giro, coi suoi 249 km, da Collecchio a Savona. Il primo GPM, nella prima parte di gara, è il Passo Cento Croci, terreno ideale per lanciare una fuga. In avanscoperta vanno 14 corridori, che si danno battaglia fino all’ultima asperità di giornata, la salita di Lingua di gatto. È una salita vera, 8 km all’8%. L’ascesa è presa in testa dagli uomini della maglia rosa, che, in particolare con Samuel Sanchez, imprimono un ritmo molto alto e regolare. Ciò non scoraggia gli attaccanti: prima ci prova Arredondo, con indosso la maglia blu di miglior scalatore, poi anche Franco Pellizotti. Ma il gruppo non lascia spazio. Dopo il GPM, un tratto lungo di discesa intervallata con vari strappetti. Se ne va Michael Rogers. L’australiano mantiene un vantaggio fin sul traguardo, conquistando così la vittoria di tappa. Sempre più Australia in questo Giro. Il gruppo con tutti i migliori arriva a 10’’. Tutti insieme i primi della generale, tranne Ulissi, che paga una botta al ginocchio che lo priva della possibilità di mettersi in luce, e perde la sesta posizione della generale.
Oggi, uno dei giorni più importanti per la classifica finale del Giro d’Italia 2014. La cronometro piemontese. Da Barbaresco a Barolo, 42 km tra i colli cuneesi. Un percorso difficile, reso arduo dalla pioggia e la strada bagnata. E le prime sorprese non tardano ad arrivare. La prima è il tempone di Diego Ulissi, straordinario nei tratti in salita ed in pianura, considerando che nelle discese si è praticamente fermato. Nessuno riesce a fare dei parziali migliori, fino a quando, con grande sorpresa, spunta un meraviglioso Fabio Aru, che migliora il primo intermedio di Ulissi di un secondo. Poi altri faranno meglio, a cominciare da un ottimo Domenico Pozzovivo, ma il sussulto dei tifosi del sardo è più che giustificato. Quintana, rallentato da problemi respiratori, fa una crono in linea con le aspettative, così come Cadel Evans, ultimo a partire, il quale guadagna su Quintana poco più di un minuto. Molto male Ivan Basso. Oltre le aspettative Fabio Aru. Bene Pozzovivo, molto bene Rafal Majka.
Ma la vera sorpresa di giornata è la prova assolutamente straordinaria di Rigoberto Uran, che mette addirittura le mani sul Giro d’Italia. Una crono superlativa del colombiano, secondo dietro a Nibali l’anno scorso, che con uno stile da crono-man impeccabile mulina un gran rapporto ad alta cadenza, guida bene la bici nelle discese, tiene lo stesso ritmo, incredibile, per tutta la tappa, e arriva al traguardo con 1’17’’ su Diego Ulissi, che già pregustava una possibile, sorprendente, vittoria di tappa. Dovrà accontentarsi del secondo posto. Evans alla fine è terzo a 1’34’’. L’australiano perde il simbolo del primato. Quarto l’ottimo Majka a 1’39’’. Pozzovivo nono a 2’09’’, Quintana tredicesimo a 2’41’’, Aru sedicesimo a 2’55’’. In classifica generale guida Uran con 37’’ su Evans, 1’52’’ su Majka, 2’32’’ su Pozzovivo. Quintana sesto a 3’29’’, seguito a ruota da Fabio Aru a 3’37’’, al settimo posto della generale.
Domani tappa per velocisti, da Fossano a Rivarolo Canavese. Nel week-end fuoco e fiamme sulle Alpi: sabato Oropa, domenica Plan di Montecampione. Due salite sulle quali Marco Pantani ha scritto la storia del ciclismo recente.
Fabrizio Porracchio