… Simone Deliperi: “Felice di aver sposato la Nuorese, Mereu valore aggiunto. Conferma? Ancora è presto”
Il cuore è rossoblù, e lui, la scorsa estate, ha aspettato fino all’ultimo l’eventuale chiamata della “sua” Torres, i contatti c’erano, ma alla fine non se ne è fatto niente. Ma un portiere come Simone Deliperi era nel mirino di tante altre società ambiziose, e la Nuorese, che puntava al ritorno in Serie D, puntualmente centrato proprio domenica scorsa, con 2 giornate di anticipo, non si è lasciata sfuggire l’occasione e ha blindato la sua porta assicurandosi le prestazioni dell’ex capitano della Torres.
Simone, raccontaci le emozioni di quei gironi d’estate.
“La speranza di poter rientrare a Sassari c’era, ho aspettato fino all’ultimissimo, chiedendo pazienza al presidente della Nuorese, ma alla fine non se ne è fatto niente. E’ normale, da tifoso della Torres, che volessi tornare, ma una volta che anche il presidente ha verificato che i dirigenti rossoblù avevano altri nomi sui loro taccuini, ho accettato volentieri la sua proposta. A Nuoro ho trovato un ambiente sereno, un presidente con grosse motivazioni e una società organizzata, felicissimo della scelta che ho fatto.”
La stagione è stata una cavalcata vincente, avete rispettato il pronostico iniziale.
“All’inizio si sentiva un po’ la pressione, eravamo la squadra da battere e non è mai facile in questi casi, l’ambiente era carico e sicuramente avevamo una bella responsabilità. Ma siamo partiti bene, si è formato un grande gruppo e col passare del tempo abbiamo trovato il giusto passo. Grazie soprattutto al valore aggiunto di Mister Bernardo Mereu che ha fatto la differenza, un allenatore sprecato per queste categorie.”
Per la stagione prossima hai un discorso aperto con la Nuorese?
“Ancora è presto, questi discorsi non li abbiamo ancora affrontati, oggi sono felicissimo di aver vinto questo campionato, vedremo, sicuramente mi farebbe piacere continuare quest’avventura, ma a 34 anni ho l’esperienza per dire che nulla è mai detto, e magari anche quando vuoi rimanere in un posto poi non vieni accontentato, il mercato riserva spesso delle sorprese.”
In carriera tanta C2 sia al sud Italia che in Sardegna, 6 presenze a Olbia nel 2002/03, poi le due stagioni a Sassari (dal 2006 al 2008) finite con il fallimento della società, che ricordo hai di quell’esperienza?
“Io ho un ricordo bellissimo di quelle due stagioni, per me era il coronamento di un sogno della mia carriera arrivare alla Torres, come giocare in Serie A. Partimmo tra tanto scetticismo e mille difficoltà (la squadra del Presidente Mascia fu ripescata in C2 grazie al Lodo Petrucci n.d.r.), ma non facemmo male nella prima stagione, centrammo la salvezza; l’anno dopo stavamo andando benissimo, ma dopo un gran girone d’andata, i nuovi problemi della società, che fu anche penalizzata sul campo, fecero finire la stagione male.”
Torniamo sulla Torres di questa stagione, sassolini nelle scarpe?
“No, non è certo questo il momento di fare polemica, la squadra sta andando alla grande, è questo che conta. Voglio dire che mi ha fatto piacere che l’ambiente in genere, i tifosi soprattutto, abbiano spinto per un mio ritorno a Sassari a gennaio, quando la squadra era in difficoltà. Certo, di contro, mi ha fatto un po’ male aver sentito certi giudizi sul mio conto, ma preferisco non tornare sull’argomento.”
A parte questo, come vivi questo momento dei rossoblù e cosa prevedi per questo avvincente finale di stagione?
“Vivo questo momento con grande trepidazione, per una città come Sassari, per la Torres, è fondamentale far parte l’anno prossimo del novero delle squadre che disputeranno la C unica. Spero e credo fortemente che l’obiettivo possa essere centrato, dopo il disastroso girone di andata sarebbe un miracolo, ma ora è alla portata, e chissà che non sia un trampolino di lancio per portare la Torres a quei livelli in cui non è mai arrivata.”
Chiudiamo con quattro domande veloci, devi darci una risposta secca e precisa. Qual è il più bel ricordo della tua carriera finora?
“Il rigore parato con la maglia della Torres in C2 proprio qua a Nuoro nel 2007/08 (finì 0-0, quella parata risultò decisiva).”
E il più grande rammarico invece?
“Non aver conosciuto almeno 5 anni prima mia moglie Rossella. Mi ha dato stabilità, avrei fatto certamente più strada con lei a fianco.”
C’è una partita in particolare che ricordi, la classica partita “da raccontare ai nipoti”?
“Campobasso Sora, finale play-off nel 2001/02, c’erano ventiduemila persone, io avevo vent’anni, una bella emozione”
Cosa farai quando appenderai le scarpe al chiodo?
“Spero di rimanere nel mondo del calcio, ho sempre fatto questo nella mia vita, è una grande passione.”
Francesco Salis