Serie D – A tu per tu con Luca Caboni: “Il mio sacrificio per regalare la Lega Pro alla Lucchese”
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Luca Caboni in azione (foto: Fotoalcide Lucca)
Sette gol in 21 partite, tanta corsa e una marea di falli subiti per procurare punizioni e rigori, i compagni che devono ringraziarlo per gli assist che sforna, lui abituato a tramutare in gol le invenzioni dei compagni. Luca Caboni, amatissimo dalla platea del “Porta Elisa” per generosità sul rettangolo verde e qualità umane, sta contribuendo a riportare la Lucchese in alto, anche se davanti c’è una Correggese con la quale si è innescato un duello in vetta al girone D della Serie D. Sfida ppassionante e che vede i toscani indietro di quattro punti. “Colpa dello scontro diretto – dice la guizzante punta isolana – non meritavamo di perderlo e si è giocato su un campo davvero ai limiti dell’impraticabilità. Ma non molliamo, poi se dovessero arrivare davanti stringeremo loro la mano”.
Dove sono da ricercare i quattro punti di distacco dagli emiliani e qual è il limite più grande di questa Lucchese? “La differenza purtroppo è stato lo scontro diretto. Che abbiamo perso pur non meritando. Purtroppo abbiamo giocato in un campo più adatto alle loro caratteristiche. A noi piace giocare in velocità, correre e fraseggiare, ma non è stato possibile. Sinceramente non abbiamo nessun rimpianto per qualcosa che non sia stato fatto al meglio, stiamo facendo un gran campionato. Noi dobbiamo continuare cosi senza guardare chi è davanti,poi alla fine tireremo le somme. Se la Correggese sarà brava a vincerle tutte dovremo solo stringergli la mano ma noi dobbiamo pensare solo a proseguire sul solco tracciato”.
Ti aspettavi una corsa a due? “Sinceramente no. Stiamo andando forte entrambi e devo ammettere che la Correggese è un ottima squadra. Ma come lei ce ne sono altre, è un campionato molto equilibrato e in queste ultime 11 partite non si può dare niente per scontato. Attenzione anche a chi viene da dietro come Fortis Juventus e Thermal Ceccato”.
Per te, obiettivo doppia cifra? “L’obiettivo primario è far bene con e per la squadra cosi come sto facendo da inizio campionato. Ci son annate dove devi giocare più per gli altri che per te stesso, certo vorrei arrivare almeno in doppia cifra ma preferisco che arrivino i risultati, poi si penserà alla gloria personale. Mi sto sacrificando molto, ma non mi lamento di niente. Abbiamo un gruppo bellissimo gestito da uno staff e un allenatore preparatissimi. Dietro abbiamo una società sana, quindi spero proprio di continuare cosi. O perlomeno di dare sempre qualcosa in più”.
Stai giocando in maniera diversa rispetto agli altri anni, quest’anno ti vediamo svariare molto, procurare punizioni, rigori e soprattutto nelle vesti assist-man. “Si ripeto mi metto a disposizione della squadra e cerco di fare sempre ciò che il mister ci fa provare negli allenamenti. Sto giocando da trequartista esterno e mi piace molto partire largo per puntare l’uomo o tagliare senza palla, talvolta riesco anche a creare gioco, niente male”.
Parliamo un po’ di Sardegna: cosa ne pensi del momento (negativo) del calcio sardo a livello di Serie D? Quali sono le ragioni di un crollo così marcato? “Spero che i problemi si risolvano il prima possibile perché è un peccato non sfruttare le grandi individualità che ci sono in Sardegna. Questi hanno bisogno di esser valorizzati al meglio, e credo che le società prima di prendere un impegno debbano essere in grado di rispettarlo fino in fondo. Questo è il nostro lavoro e non si può essere buttati allo sbaraglio col rischio di rimanere in mezzo ad una strada a metà stagione”.
Dopo l’exploit a Selargius (15 gol in 27 partite nel 2011-2012) sognavi o ti aspettavi un salto di categoria? “Diciamo che ci son state le opportunità che purtroppo per motivi personali non ho potuto cogliere. Ero a un passo dalla firma col Carpi(poi promosso in B ndr) ma ho dovuto fare una scelta e son andato a giocare nel Lazio (Cynthia, 28 presenze e 9 gol ndr). Speriamo di fare il salto quest anno con la Lucchese. Sarebbe un doppio salto tra l’altro, e in una piazza importante con una maglia gloriosa”.
Ancora sul Selargius: hai avuto modo di sentire i tuoi ex compagni sul momento che stanno attraversando? Li aspettavamo in zona playoff invece… “Se devo essere sincero ho sentito qualche mio ex compagno del Selargius ma nn per parlare di calcio (ride ndr). Molti di coloro con cui giocai in granata non sono più là, quindi non ho parlato di Selargius. Li sento comunque spesso perché abbiamo legato talmente tanto che siam diventati migliori amici. Penso a Federico Boi (ora al Vallee D’Aoste LEGGI L’INTERVISTA ndr), Mainas (Muravera), Nicola Rais (appena svincolatosi dal Savona ndr) e Piras, che ora è al Pula”.
C’è un modello cui si ispira il ragazzo che già ai tempi del liceo faceva sfracelli nei tornei studenteschi a Quartu e dintorni? “Ringrazio per le belle parole. No, nessun modello. L’unica persona alla quale mi ispiro è mio padre, l’unico esempio nella mia vita. Sono molto legato alla mia famiglia, e il lavoro che faccio in gran parte è per loro”.
Fabio Frongia