ESCLUSIVA – Martorelli (Agente FIFA): “Cellino da ringraziare, ha fatto solo bene. Cagliari sfortunato”
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L’agente Giocondo Martorelli
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Il teatro del calciomercato, si sa, è un tourbillon di personaggi e situazioni, che si snodano tra location ufficiali e angoli segreti d’Italia dove concludere l’affare, sia esso quello del secolo o quello della speranza per cercare di sistemare una situazione difficile. Elementi deludenti da “piazzare”, giovani da “parcheggiare” e valorizzare, di tutto e di più abbiamo voluto parlare con una “vecchia volpe” come Giocondo Martorelli. L’attuale agente, tra gli altri, di Giacomo Bonaventura, conosce bene Cagliari e Massimo Cellino, per averci avuto a che fare ai tempi della militanza di Jeda in rossoblù.
Che idea si è fatto della situazione che si sta vivendo a Cagliari? “Diciamo che è da qualche anno che a Cagliari qualsiasi situazione, non imputabile al presidente, genera difficoltà. Cellino per la squadra, per la città, per la regione ha fatto tanto. Sono sicuro che non lascerà il Cagliari in situazioni precarie o nelle mani di qualcuno che non vuole il bene del Cagliari. Penso comunque che sia prematuro parlare della vendita della società”.
Quanto c’è di vero sull’approdo al Leeds? “Ci siamo, la possibilità che vada al Leeds è molto vicina alla realtà, nonostante in Inghilterra da sempre ci si prende il tempo necessario per valutare gli acquirenti. Io penso che la valutazione degli inglesi sarà positiva”.
Andando sulle questioni di campo: il Cagliari è in crisi e non si sfugge da ciò. “Secondo me ha espresso gioco straordinario, facendo ottime partite, anche se non è stato fortunato in alcune partite topiche. Con l’Atalanta (1-0 gol proprio di Bonaventura ndr), per esempio, il Cagliari aveva fatto vedere ottime cose, e anche con il Milan ha perso l’occasione di portare a casa i tre punti. La squadra ha sempre fatto bene, ha giocatori importanti. Si salverà senza problemi”.
La cessione di Nainggolan è stata opportuna in questo momento? “Diciamo che, se vogliamo essere sinceri, Cellino l’ha anche allungata la permanenza di Nainggolan. Io penso che i tifosi gli debbano molta riconoscenza, ha sempre trattenuto i migliori: Astori, PInilla, richiesti da giocatori importanti, lui ha sempre detto di no. Poi bisogna anche rispettare la volontà e le ambizioni dei giocatori. Secondo me ha fatto bene a cedere Nainggolan a un club prestigioso con la Roma.
Gli anni della gestione Cellino. In passato si pescava dalla B e si pescava anche bene (Nainggolan), mentre ultimamente si è preferito il mercato sudamericano, un mare molto pescoso ma rivelatosi di qualità molto più bassa. “Per giocare in Serie A si richiedono degli investimenti importanti, che oggi molte squadre non si possono permettere. Sono scelte legate ad aspetti economici più che tecnici, di età anche, perché il Cagliari è una società che dà possibilità ai giovani di crescere, di maturare. Ma i bilanci bisogna rispettarli, soprattutto oggi”.
E’ un periodo in cui talenti italiani non vengono valorizzati proprio perché si preferisce puntare su nomi esotici, se dovesse fare un nome, anche di un suo assistititi, da portare al Cagliari? “Ce ne sono tanti, ed è vero che all’estero si vanno a scegliere calciatori che non sono all’altezza, è un dato oggettivo. Poche società hanno il coraggio di fare esordire giovani e di farli mettere in mostra. Per esempio Cristante, del Milan. Nelle ultime due partite ha dimostrato di poterci stare in un organico del genere, con la squadra che non aveva più obiettivi, se non marginali, ma la società ha preferito prendere Essien. Murru, secondo anno da titolare, Del Fabro, sono nomi che certificano la capacità del Cagliari di saper aspettare i ragazzi del proprio vivaio”.
Però spesso il Cagliari con i giovani è risultato miope, penso a Mancosu: “Non c’è addetto ai lavori che non abbia sbagliato qualcosa, è impensabile. Ci sono delle situazioni in cui alcuni giocatori arrivano a esprimersi a età più tarda, penso a Toni, campione del mondo nel 2006 e arrivato in alto a 26 anni. Ecco, probabilmente Mancosu è maturato tardi, a suo tempo diventava difficile puntarci e si è scelta un’altra strada. Ma non si possono fare troppi discorsi col senno di poi”.
a cura del nostro inviato Giampaolo Gaias
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