Gli sviluppi ufficiali di giovedì pomeriggio, con la firma della convenzione e la nota del Comune di Cagliari, hanno spazzato via ogni dubbio residuo circa il ritorno del Cagliari allo stadio Sant’Elia. Lo stadio Is Arenas, sbandierato per lo spazio di un sospiro da telegiornali e quotidiani regionali, aveva messo in subbuglio tutta la piazza rossoblù, assetata di notizie in merito ad una trattativa che tra società e amministrazione del capoluogo prosegue ormai da mesi.
“Il Comune di Cagliari ha sempre lavorato per la soluzione Sant’Elia – dice il consigliere comunale dell’Italia dei Valori Ferdinando Secchi – si era capito subito come Is Arenas non fosse percorribile per tutte le problematiche di quell’area, relative alla riconversione di un campo di provincia situato in un parco naturale. Personalmente, sin dall’aprile 2012 (quando Cellino decise di lasciare Cagliari per andare a Trieste ndr) ho sostenuto l’idea del dialogo e della permanenza in un Sant’Elia da ristrutturare e ammodernare per il calcio di oggi”.
Un anno e mezzo di tumulti, litigi, comunicati al vetriolo, hanno portato macerie pagate un po’ da tutti. “Per me Cellino avrebbe dovuto rimanere al Sant’Elia – dice Secchi a SardegnaSport.com – magari in attesa di avere tutte le carte in regola per Is Arenas, invece ha voluto mandare tutto per aria e siamo arrivati allo scontro. Sono sicuro che, senza il colpo di mano di un anno e mezzo fa, adesso i lavori al Sant’Elia sarebbero belli che avviati e si parlerebbe di altro”.
Con la convenzione firmata, ed un dialogo fitto soprattutto tra i tecnici di Comune e Cagliari Calcio, quali saranno le prossime tappe? “Dall’interlocuzione che abbiamo avuto, credo che la società abbia tutta l’intenzione di presentare un project financing per il futuro, nuovo Sant’Elia, che io intitolerei allo Scudetto del 1970 (lo stesso Secchi fu promotore dell’intitolazione di una via cittadina ai protagonisti del tricolore ndr). Ovviamente noi teniamo aperta anche la strada del concorso di idee, perché non si può mai sapere cosa succede da un giorno all’altro. Le sorprese, e mi riferisco alle decisioni del Cagliari, sono all’ordine del giorno”.
Come già aveva detto Massimo Zedda in sede di presentazione dell’accordo (leggi qui), Secchi ricorda che “questa è una fase di emergenza – continua Secchi – il futuro è il Sant’Elia con capienza di 5 mila spettatori in tempi veloci. Cagliari-Sampdoria potrebbe slittare per la presenza in città del Papa, anche in considerazione della sfida di Livorno programmata il mercoledì successivo. Successivamente c’è Cagliari-Inter, e credo possa essere quella la prima partita”.
Eterogenea la composizione di opinioni in seno alla maggioranza di centrosinistra, tra pessimisti e ottimisti. Secchi si lascia andare ad una riflessione: “I piedi di piombo sono doverosi – dice – però il dialogo non è mai cessato, anche in passato noi andammo incontro al Cagliari Calcio su 3 dei 4 punti richiesti. L’unico che non potevamo accettare era quello della concessione d’uso alla società senza la firma della convenzione. Sarebbero sorti dei problemi di responsabilità gravi nell’eventualità di incidenti o questioni ex post”.
“Il Cagliari Calcio e il Comune di Cagliari hanno sciolto i nodi per permettere la firma della convenzione. I tecnici, del Comune e della società, hanno svolto un lavoro massacrante. Anche oggi si lavora per limare gli ultimi dettagli, e spero che entro il fine settimana si arrivi ad un comunicato congiunto delle parti. E’ tutto in mano ai tecnici, i politici in questo momento possono fare poco, noi la nostra volontà l’abbiamo sempre espressa. Cagliari Calcio a Cagliari, per noi, non è mai stato in discussione. E’ chiaro che le cose si fanno in due”.
Quanto ha influito l’incontro di Quartu? “A noi non compete l’appuntamento con l’amministrazione quartese, penso faccia parte di una strategia della società che non giudichiamo. Mi sembra che anche le idee del Comune di Quartu, ovvero aprire la Main Stand e l’altra tribuna rimasta in piedi, non siano in linea con uno stadio da Serie A, finalizzato all’ottenimento dell’agibilità dalla Lega. Si è trattato di un atto dovuto per mantenere i rapporti con Quartu, ma spiragli non ce ne sono”.
Uno dei nodi più importanti è quello della pista d’atletica. Recentemente, la presidente della commissione sport (leggi qui) aveva parlato di stadio senza le otto corsie per la corsa, puntando sull’adiacente Campo CONI per le gare di atletica. Secchi si mantiene a mezza via, puntando sempre sul “parlare in modo civile, confrontandosi. Ci sono molte soluzioni, io sinceramente rispetto l’opinione di quelli come Gigi Riva che vorrebbero un impianto che ricordi quello vecchio, però un nuovo stadio richiede dei cambiamenti significativi. Non credo che la questione dello stadio olimpico sia in grado di far crollare un castello che sta venendo sù. L’importante è la volontà comune: il Cagliari che vuole lo stadio in concessione per molti anni, con locali commerciali, ristoranti e quant’altro. Il Comune che vorrebbe un impianto fruibile, pronto a diventare patrimonio duraturo per la cittadinanza nel lungo periodo”.
Come sempre, da giorni, manca una sola cosa: il progetto della società rossoblù per far partire la gara pubblica e i lavori. “Attendiamo il progetto di finanza del Cagliari, la strada del concorso di idee sarebbe un po’ più lunga. Con l’approvazione del bilancio i soldi sono stati sbloccati, dalla finanza pubblica al credito sportivo. A Udine la Corte dei Conti aveva bacchettato l’amministrazione comunale perché volevano dare lo stadio in esclusiva all’Udinese, le procedure non possono essere dribblate e le cose vanno fatte per bene”.
Difficile spiegare e rispondere a chi dà la colpa per partito preso ai politici anche quando i fatti suggerirebbero maggiore razionalità. “E’ un grosso problema, quello delle parole al vento di molti che discutono senza conoscere. L’azione politica è stata fatta: noi, il Sindaco Zedda in primis, siamo sempre stati chiari. Primato della legge, delle procedure, poi parola ai tecnici”.
In mattinata, sono arrivate le parole concilianti di Massimo Cellino (leggi qui): “E’ un imprenditore di primo livello, sa bene che la soluzione migliore era e resta la permanenza a Cagliari. Fui promotore della class action contro la società, la ritirai subito proprio in nome di un dialogo secondo me da preservare. Attendiamo qualche giorno, ma direi che l’ottimismo, per i tifosi – mi ci metto anche io come abbonato storico – sia d’obbligo per un Cagliari da ammirare presto allo stadio”.