
Sogno Torres appeso ad un filo: Lorenzoni si dimette, squadra nelle mani del Comune di Sassari
Conferenza stampa col veleno nella coda all’Hotel Grazia Deledda di Sassari, dove si è fatto il punto sulla situazione in casa Torres, con i rossoblù che rischiano di dover rinunciare al sogno Lega Pro per indisponibilità di liquidi atti ad offrire garanzie in vista dell’iscrizione (scadenza 30 giugno). Dopo una pacata discussione coi tifosi mostratisi a più riprese dalle parti del patron, infatti, il presidente del club rossoblù ha rassegnato le proprie dimissioni, lasciando la Torres nelle mani del Comune di Sassari.
E’ stato questo l’amaro epilogo dell’incontro di questo pomeriggio, organizzato per fare un riassunto di quanto successo una settimana fa, quando si era disegnata una situazione disastrosa che purtroppo non trova miglioramenti, e nel quale non è mancata la tensione, con i tifosi che hanno chiesto a gran voce alle istituzioni di prendersi le proprie responsabilità. Ancora nessun verdetto, ma il tempo stringe. Assente il sindaco Gianfranco Ganau, al fianco dell’ormai ex presidente Antonello Lorenzoni e del legale della società Moro, l’assessore comunale allo sport Marras.
A distanza di 7 giorni non è cambiato molto, le banche restano sulle proprie posizioni, anche se un istituto di credito avrebbe aperto le sue porte. Lorenzoni ha presentato due terreni e un appartamento come garanzia, perché “la Torres me la sento addosso”, ma potrebbe non bastare. “E’ un problema economico e bancario – ha detto il legale – ci stanno tutti dando una mano e non ci sono complicazioni politiche di sorta”, ha tenuto a precisare.
Il numero uno è rabbuiato, ma si mostra inizialmente disposto a provarle tutte per conservare il suo sogno, costruito mattone dopo mattone sin dalla ripartenza dagli sterrati della Promozione. “E’ stata una settimana difficile e saranno giorni duri anche quelli che seguiranno. Il futuro della Torres è quello che conta, andiamo avanti col sostegno della tifoseria. L’azionariato popolare è una possibilità, penso a due referenti che possano raccogliere soldi per la fidejussione e rappresentare i tifosi nel CdA della Torres. Le banche non anticipano soldi, speriamo anche nella Regione, l’assessore Milia ha ripresentato la mozione per finanziare le società professionistiche ma il problema è che la scadenza del 30 giugno incombe”.
Lega Pro intransigente, sotto il profilo sportivo e dei conti. “Le garanzie che ho presentato superano ampiamente i soldi (400 mila euro) richiesti. Purtroppo in Lega Pro bisogna presentare fidejussione bancaria e non solo assicurativa, come avviene in Serie B. La Banca Nazionale del Lavoro mi ha dato un’apertura, così come Carige, mentre la Banca di Credito Sardo si è rifiutata categoricamente. Il Comune, per quanto possibile, si è impegnato a sostenerci. Se passasse la mozione alla Regione ci sarebbero 400.000 euro, dalla federazione ne arriverebbero 250 mila. Domani sapremo se l’età media della squadra dovrà essere non superiore ai 24 anni. Se dovessimo riuscire a iscriverci e a mantenere la categoria, in Serie C unica i contribuiti aumenterebbero sensibilmente e allora la Torres potrebbe ambire anche a traguardi più importanti”.
In caso di fallimento, si ripartirebbe dalla Promozione, ma senza Lorenzoni. “I miei stimoli cadrebbero – dice – mi sento la Torres cucita addosso ma a quel punto cederei la società gratis e senza debiti. Il massimo a cui potremmo ambire sarebbe l’Eccellenza, impossibile il ritorno in Serie D”. Ma i tifosi sembrano più informati, in questo senso, e assicurano che se la Torres dovesse mancare l’iscrizione, la categoria da cui si ripartirebbe sarebbe la Prima Categoria. Un incubo.
L’assessore allo Sport prova a dare la carica, ma anche dalle sue parole si capisce quanto sia dura: “Io direi di far partire da domani la campagna abbonamenti. Sono pronto a fare un abbonamento da 1.000 euro e come me penso tanti altri sassaresi. Dobbiamo coinvolgere tanta gente, un passaparola che ci porti a raccogliere 100 mila euro in dieci giorni. Impresa difficile ma una delle poche strade per trovare la salvezza. Purtroppo è un momento difficile per il territorio, le banche sono sulla difensiva, vogliono liquidi e non immobili”.
L’unica idea praticabile è quindi quella dell’azionariato popolare. “La Torres non ha colori politici, tutto il territorio e tutte le istituzioni sono coinvolte. Dobbiamo percorrere la strada della raccolta fondi e del contributo di ciascuno, anche attraverso gli abbonamenti”.
Chiusura amara di Lorenzoni, che sembra davvero stanco e che coerentemente con il personaggio costruito negli anni inscena un colpo di teatro drammatico e rassegna le dimissioni dopo che un tifoso lo invita a farsi da parte perché “non è pensabile che un uomo possa mettere a repentaglio i risparmi di una vita per una squadra di calcio“: “Sono disposto a cedere tutte le quote a chi potrà iscrivere la Torres al campionato. Io mantengo i miei impegni fino al 30 giugno, ma da giovedì la società sarà nelle mani del Sindaco, pronta ad essere rilevata da chi vorrà e potrà”. L’uomo solo al comando abbandona la nave. Ma è davvero difficile dargli torto.
A cura degli inviati Giuseppe Pala e Matteo Sechi